La nuova produzione della compagnia del regista Edoardo Oliva racconta l’esistenza tormentata e il genio musicale di Billie Holiday
PESCARA – In una delle sue canzoni aveva scritto che l’amore fa fare cose che si sanno sbagliate. Un’affermazione mai così vera, guardando a posteriori la vita di Billie Holiday, la Signora del jazz, protagonista di un memorabile ritratto di voce, musica e recitazione nello spettacolo Nella mia solitudine, di Roberto Melchiorre, in scena sabato 16 marzo alle ore 21,00 e domenica 17 marzo alle 18,30 negli spazi del Teatro Immediato di via Nenni. Nello spettacolo le vicende della vita della cantante sono affidate alla voce di Angela Boerio (che proporrà celebri brani come Solitude, My man, When you are smiling, Blue moon…) accompagnata al pianoforte dal maestro Sergio Oliva e narrate dall’attore Antonio Anzilotti De Nitto. A firmare la regia, Edoardo Oliva, mentre l’apparato scenografico è di Francesco Vitelli.
Nella messinscena verrà ripercorsa l’esistenza tormentata e struggente della grande cantante, una delle voci più originali della storia del jazz. Ma Billie Holiday non fu solo una straordinaria interprete, ma anche una donna costretta a lottare duramente sin da bambina contro violenze e soprusi, che ha fatto i conti con amori burrascosi e scellerati, che ha conosciuto la dipendenza dall’alcool e dalla droga. La Lady Sings the Blues si è dovuta anche difendere dalla persecuzione dell’FBI iniziata da quella straordinaria canzone che è Strange fruit, tragica e poetica rappresentazione di un linciaggio, una canzone che divenne subito un manifesto politico, la denuncia più forte dell’America razzista e segregazionista. Le costò cara: nel 1947 fu arrestata per possesso di stupefacenti e trascorse un anno in un centro di riabilitazione. Le tolsero la licenza per esibirsi a New York City, ma dieci giorni dopo il suo rilascio, fece registrare il tutto esaurito per 10 giorni al Carnegie Hall.
Un’esistenza, quella dell’anima gemella di Lester Young e della rivale di Ella Fitzgerald, che Nella mia solitudine di Roberto Melchiorre, è narrata fino alla sua fine quando, il 17 luglio 1959, Billie muore ammanettata in un letto d’ospedale, dopo l’ennesimo ricovero e l’arresto da parte dell’FBI. Aveva solo quarantaquattro anni.
Biglietto unico euro 10. Per informazioni e prenotazioni tel. al 3515466681.