Il sindacato di polizia penitenziaria si congratula con il personale: «Compiacimento per le donne e gli uomini della Polizia penitenziaria teramana per la bravura ancora una volta dimostrata»
TERAMO – Un nuovo episodio nel carcere di Castrogno di Teramo, che ha portato al rinvenimento di uno smartphone all’interno di una cella in cui sono ristretti due detenuti. Non è la prima segnalazione che arriva da parte del sindacato di polizia penitenziaria, che urla a gran voce l’insostenibilità della situazione della casa circondariale, tra agenti sotto organico e detenuti in sovraffollamento.
È accaduto nella tarda serata di sabato, quando gli agenti diretti dal dirigente di Polizia Penitenziaria De Amicis hanno fatto irruzione all’interno di una cella in cui erano ristretti i due soggetti, uno straniero e l’altro italiano, e hanno sequestrato il telefono. I due, dopo le formalità di rito, sono stati deferiti all’autorità giudiziaria per l’indebito possesso di strumenti per comunicazioni fraudolente dal carcere.
«Il Sappe esprime il più vivo compiacimento alle donne e uomini della Polizia penitenziaria teramana per la bravura ancora una volta dimostrata, nonostante la gravissima carenza di personale aggravata dalla discutibile decisione da parte dell’autorità dirigente dell’istituto di pena di porre numerosi agenti in ferie d’ufficio per smaltire l’arretrato», denuncia il segretario del sindacato di polizia penitenziaria Giuseppe Pallini. «Lanciamo l’ennesimo appello a Provveditore Regionale e Capo del DAP affinché intervengano in merito al più presto possibile, atteso che i Baschi Azzurri sono allo stremo».
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, evidenzia che «Non è più accettabile che all’interno delle carceri ci siano decine e decine di telefoni cellulari: questo, ormai, è un problema serio e drammatico. È necessario un intervento urgente per dotare le carceri di sistemi di schermatura efficienti e per contrastare efficacemente l’introduzione di telefoni cellulari all’interno degli istituti penitenziari».