Legambiente presenta i report sulla Regione Verde d’Europa. Silvia Tauro: “Bisogna investire su rinnovabili, grandi impianti, comunità energetiche, reti e accumuli”
PESCARA – In Abruzzo, come nel resto dell’Italia, la strada per i grandi impianti a fonti rinnovabili è ancora tutta in salita. Parola di Legambiente, che questa mattina ha presentato i dati relativi alle energie rinnovabili e alle comunità energetiche. Comune denominatore dei due rapporti, la crescita troppo lenta delle fonti pulite e i troppi progetti in lista di attesa. “In Abruzzo, la Regione Verde d’Europa – commenta Silvia Tauro, presidente regionale di Legambiente – la transizione energetica ancora non c’è, come testimoniano da un lato le continue dichiarazioni di illegittimità della normativa regionale in materia da parte della Corte Costituzionale e dall’altro le resistenze che i già pochi progetti di impianti rinnovabili proposti sul territorio continuano a incontrare sin dalla fase di proposizione”.
Per Legambiente, l’incertezza normativa continua a segnare la possibilità di uno sviluppo programmatico e coordinato delle rinnovabili sul territorio, aggravata dal clima di pregiudiziale sfavore che incontrano i progetti presentati. L’associazione ambientalista indica, ad esempio, il progetto – presentato il 19 ottobre 2022 e attualmente in verifica amministrativa -, per l’impianto eolico offshore denominato Medio Adriatico, che dovrebbe essere realizzato a largo della costa vastese. Un progetto, sostengono gli ambientalisti, che ha evidenziato fin da subito resistenze ed opposizioni da parte di diversi soggetti, a partire dai Comuni di Ortona e Vasto, tanto da arrivare lo scorso marzo ad una sospensione comunicata dalla Capitaneria di porto di Ortona. Pregiudizi, ostilità e timori stanno segnando, continua Legambiente, anche il confronto sul progetto di un impianto per la produzione di energia elettrica da fonte eolica, denominato “Parco Eolico Abruzzo”, sito nei comuni di Cupello, Fresagrandinaria, Palmoli, Tufillo e Furci.
“Per accelerare la transizione ecologica del Paese e il processo di decarbonizzazione – continua Silvia Tauro – bisogna investire su rinnovabili, grandi impianti, comunità energetiche, reti e accumuli, ma per farlo velocemente e bene, serve con urgenza potenziare il personale degli uffici delle Regioni che rilasciano le autorizzazioni, un riordino delle normative, un aggiornamento e un adeguamento rispetto alla sfida energetica, climatica e sociale e uno snellimento delle autorizzazioni”. Al nuovo consiglio regionale Legambiente chiede di lavorare sulla base di dieci priorità: rivoluzione energetica, economia circolare, mobilità sostenibile, agroecologia, riconversione industriale, adattamento alla crisi climatica, rigenerazione urbana e periferie, giovani università e scuole, aree protette e biodiversità, lotta all’illegalità.