Due fermi per l’omicidio di Caldarelli: tutto è iniziato da un adescamento

16 Aprile 2025
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Gli indagati sono un uomo e una donna che avrebbero tentato di rapinare la vittima: Caldarelli ha però reagito andando incontro alla morte

TERAMO – Una vicenda drammatica ruota attorno all’omicidio di Martino Caldarelli. I contorni dei fatti appaiono ormai definiti, e la risoluzione del caso potrebbe arrivare nelle prossime 24 o 48 ore, grazie al lavoro del Nucleo Investigativo, della Scientifica, del Comando provinciale dei Carabinieri di Teramo e della Procura della Repubblica di Teramo.

Sono attualmente sottoposti a fermo due indagati: un uomo di 40 anni e una donna di 38, entrambi italiani e originari della Val Vibrata. L’uomo risulta già noto alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio e in materia di stupefacenti. Determinante è stata la confessione della donna, che ha guidato gli inquirenti al laghetto di Corropoli, dove è stato rinvenuto il corpo senza vita di Martino Caldarelli. La vittima era stata zavorrata con un peso per impedirne l’emersione.

Secondo quanto emerso dalle indagini, l’origine della tragedia sarebbe da ricondurre a un adescamento. Caldarelli avrebbe preso contatti con la donna per incontrarla nella sua abitazione, distante circa 3 o 4 chilometri dal punto del ritrovamento. Quello che sembrava un appuntamento, però, si sarebbe rivelato un tentativo di rapina. Quando il complice è intervenuto, la vittima avrebbe cercato di reagire, scatenando una violenta colluttazione terminata con la sua uccisione. Sul corpo sono state riscontrate numerose ferite da arma da taglio. Gli inquirenti sospettano che lo stesso modus operandi possa essere stato utilizzato in altri casi simili, attualmente oggetto di ulteriori indagini.

L’omicidio risalirebbe al giorno stesso della scomparsa, venerdì, quando Martino è uscito dalla sua abitazione a Isola del Gran Sasso a bordo della sua Fiat Panda. Aveva detto di essere diretto in palestra, pur non portando con sé il borsone da allenamento. In realtà, si stava recando all’appuntamento con la donna.

La svolta nelle indagini è arrivata dopo un episodio avvenuto nella notte tra venerdì e sabato a Giulianova, dove è stata ritrovata un’auto incendiata: si trattava di una Fiat Panda, apparentemente di colore diverso da quella della vittima. Gli accertamenti hanno però rivelato che il numero di telaio corrispondeva esattamente al veicolo di Caldarelli. Il rogo si è rivelato un tentativo di cancellare le prove. I Carabinieri sono riusciti a risalire alla coppia grazie alle immagini che li ritraevano alla guida della vettura, coinvolta in una serie di danneggiamenti prima di essere data alle fiamme.

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