“Indossare la divisa è tempo di lavoro”. Asl L’Aquila condannata a pagare le operazioni di vestizione

15 Aprile 2025
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Il Tribunale di Sulmona riconosce il diritto alla retribuzione per il tempo impiegato nella vestizione e svestizione del personale sanitario. La Asl 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila condannata a corrispondere le somme dovute a un dipendente per le ore aggiuntive. Lo rende noto la Fp Cgil dell’Aquila, che ha seguito il caso di un dipendente tramite il proprio legale

L’AQUILA – Il tempo impiegato per indossare il camice o gli indumenti necessari allo svolgimento delle proprie mansioni rientra a pieno titolo nell’orario di lavoro. Lo ha stabilito il Tribunale di Sulmona, in funzione di Giudice del Lavoro, condannando la Asl 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila al pagamento delle somme dovute a un dipendente per le ore aggiuntive legate alle operazioni di vestizione e svestizione.

A darne notizia è la Fp Cgil dell’Aquila, che ha seguito il caso tramite il proprio legale, dopo il ricorso presentato dal lavoratore. Secondo quanto stabilito dal giudice, le attività di vestizione e svestizione – essendo indispensabili per garantire il rispetto delle norme di sicurezza e igienico-sanitarie – devono essere considerate a tutti gli effetti tempo di lavoro e, come tali, vanno retribuite.

 La Fp, in una nota, sottolinea di aver depositato, tramite l’avvocato Mauro Calore, “dopo continue sollecitazioni rivolte all’azienda sanitaria rimaste nel tempo inascoltate”, il ricorso, affinché “fosse riconosciuto al lavoratore il diritto alla corresponsione dei compensi dovuti per una attività che rientra a tutti gli effetti nell’orario di lavoro”.

La sentenza, secondo il sindacato, costituisce “un importante precedente, affermando il diritto del lavoratore a vedersi riconosciuto a titolo di lavoro straordinario, anche agli effetti economici, il tempo necessario per la vestizione e svestizione. Sono anni che la Fp Cgil denuncia situazioni di mancato rispetto delle vigenti norme legislative e contrattuali – prosegue la nota – e l’odierna sentenza rappresenta un ulteriore passo verso il ripristino della legalità restituendo alle lavoratrici ed ai lavoratori i propri diritti”.

“Non possiamo che dichiararci soddisfatti dell’esito del giudizio – sottolinea il segretario generale Fp Cgil L’Aquila, Anthony Pasqualone – ma contestualmente riteniamo necessario ribadire che un serio confronto con le organizzazioni sindacali da parte della Asl, fino ad oggi disatteso, sia il presupposto prioritario per il ‘bene comune’, poiché un lavoratore a cui vengono garantiti i propri diritti equivale a un lavoratore che viene messo nelle condizioni di svolgere al meglio il proprio lavoro. La Fp Cgil continuerà ogni utile azione di lotta a tutela dei diritti di tutto il personale della Asl 1 il quale è chiamato a rendere e garantire un servizio essenziale, quello sanitario, in condizioni che non infrequentemente vedono violate le vigenti norme contrattuali”.

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