Buco sanità, la Regione impone blocco assunzioni amministrativi, interinali e consulenze. D’Alfonso (Pd): “Marsilio raschia fondo barile”

14 Aprile 2025
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La Regione Abruzzo ha adottato un provvedimento che blocca le assunzioni di personale amministrativo nelle Asl e sospende i rinnovi dei contratti con società interinali e cooperative, come parte delle misure per ridurre il deficit sanitario. La decisione, resa nota solo oggi, è stata presa alla vigilia del tavolo di monitoraggio ministeriale che dovrà esprimersi sul deficit sanitario abruzzese. Il parlamentare Luciano D’Alfonso parla di “politica digerente”, in cui le risorse vengono “inghiottite” e poi distribuite tra “mance, mancette e festicciole”

L’AQUILA – Scatta il blocco delle assunzioni di personale amministrativo nelle 4 Asl abruzzesi e il contestuale stop alle consulenze e ai rinnovi dei contratti di somministrazione con società interinali e cooperative. A distanza di 4 giorni dalla firma, è diventato di dominio pubblico il provvedimento del Dipartimento Salute della Regione Abruzzo, firmato dal direttore, Emanuela Grimaldi. Una decisione contestata che arriva alla vigilia del Tavolo di monitoraggio ministeriale sul deficit finanziario della Regione Abruzzo. Il provvedimento rientra nell’ambito delle misure decise dalla maggioranza di centrodestra che, a inizio aprile, ha licenziato in Consiglio regionale l’aumento dell’addizionale Irpef a scaglioni di reddito, per coprire il buco della sanità che nel 2024 ammonta a 180 milioni di euro, di cui 90 già accantonati.

La decisione è stata presa, dunque, il giorno precedente la riunione tecnica del tavolo di monitoraggio a Roma nel quale la Regione ha presentato i “giustificativi” al ripiano del debito, tra cui la manovra di 42 milioni legata all’aumento delle tasse. In quella stessa sede, i tecnici dei Ministeri competenti hanno avanzato alla Regione Abruzzo una richiesta di chiarimenti su alcuni capitoli relativi a voci inserite nei bilanci Asl, sui quali sarà fornito riscontro nelle prossime settimane. In altri termini, i conti delle Asl abruzzesi sono ancora sotto stretta osservazione e restano al vaglio dei tecnici. La possibile conseguenza è che l’aumento delle tasse potrebbe non essere sufficiente a coprire l’intero deficit, con la concreta possibilità che si renda necessaria una manovra aggiuntiva, a meno che non si concretizzino le entrate extra tributarie previste.

Il blocco delle assunzioni, peraltro, aggrava ulteriormente la situazione, creando uno squilibrio tra le diverse Asl. Le Aziende che avevano privilegiato l’assunzione di medici, infatti, ora si troveranno senza il personale amministrativo necessario per garantire il corretto funzionamento delle strutture. Al contrario, le Asl che avevano concentrato le risorse sugli amministrativi potranno, invece, procedere con l’assunzione dei medici. Situazione che crea un ulteriore disallineamento operativo e gestionale, aggravando le difficoltà delle strutture sanitarie già sotto pressione, con il rischio di compromettere ulteriormente la qualità dei servizi offerti ai cittadini.

Tra i primi a sottolineare la gravità della situazione è stato nel pomeriggio il parlamentare abruzzese Luciano D’Alfonso, che ha criticato duramente il provvedimento. “E’ una delle conseguenze”, afferma il deputato, “del buco di bilancio da 180 milioni registrato al 31 dicembre scorso nel settore della sanità, un disavanzo che pochi giorni fa ha determinato l’aumento delle addizionali Irpef da parte della giunta regionale, sancito poi da una seduta consiliare tenuta al chiuso di un bunker”. Per D’Alfonso, l’esito interlocutorio della riunione del Tavolo di monitoraggio ministeriale del 11 aprile è solo un rinvio, con “lo spettro della bocciatura dietro l’angolo”. La richiesta di ulteriori documenti da parte del governo centrale, secondo D’Alfonso, “simboleggia la mancanza di fiducia che persino il governo amico ha ormai nei confronti di questa maggioranza”.

Il deputato non risparmia critiche anche sulla gestione del debito sanitario. “La banda dei marsiliesi sta raschiando disperatamente il fondo del barile – afferma D’Alfonso -. I risultati di 6 anni di gestione di Marsilio hanno portato l’Abruzzo a diventare la regione in cui 120mila persone devono rinunciare alle cure, la mobilità passiva ruba 104 milioni all’anno e i Livelli essenziali di assistenza – soprattutto la prevenzione e la sanità territoriale – sono tali da farci figurare al 18° posto sulle 20 regioni italiane”.

Per D’Alfonso, il centrodestra ha scelto di colpire i cittadini sia direttamente, con l’aumento delle tasse, che indirettamente, con il blocco delle procedure organizzative nelle Asl. “Il centrodestra ha scelto di colpire i cittadini direttamente (con le tasse) e indirettamente (con il blocco organizzativo delle Asl)”, afferma il parlamentare, accusando la Giunta Marsilio di non voler affrontare soluzioni concrete, come l’allontanamento dei manager inefficienti e la riorganizzazione dei servizi.

“Tra imposizioni fiscali dirette e dazi indiretti stanno imprigionando l’economia abruzzese”, osserva D’Alfonso, che denuncia poi come la gestione regionale sia caratterizzata da una “politica digerente”, in cui le risorse vengono “inghiottite” e poi distribuite tra “mance, mancette e festicciole”. Secondo il parlamentare dem, “la ricreazione è finita” e ora è il momento di affrontare le gravi problematiche che affliggono la sanità e l’economia abruzzese.

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