Il Museo delle Genti d’Abruzzo ospiterà fino al 4 maggio una straordinaria mostra dedicata al fotografo Pasquale De Antonis, pioniere della fotografia antropologica. Attraverso 95 scatti, in gran parte inediti, il percorso espositivo “95 scatti per riconoscerci ancora” curato da Mariano Cipollini, ci conduce nella Pescara degli anni Trenta e Quaranta, svelandone volti, gesti e trasformazioni urbane. Un’occasione unica per riscoprire la storia autentica del territorio abruzzese
PESCARA – Un tuffo nel passato, tra le sfumature intense di una Pescara che fu, immortalata con sensibilità e acume dal grande fotografo Pasquale De Antonis. Il Museo delle Genti d’Abruzzo ha aperto le sue porte a una mostra imperdibile, un vero e proprio scrigno di memorie intitolato “95 scatti per riconoscerci ancora”.
L’esposizione, frutto di un meticoloso lavoro di riclassificazione e valorizzazione dell’archivio fotografico del Museo, promosso dalla Fondazione Genti d’Abruzzo, offre uno sguardo inedito sulla città adriatica tra gli anni Trenta e Quaranta del Novecento. Curata con passione da Mariano Cipollini, la rassegna si snoda attraverso 95 fotografie, la maggior parte delle quali mai esposte al pubblico.
Un patrimonio fotografico prezioso, reso disponibile anche online sul sito web della Fondazione (https://www.gentidabruzzo.com/fondazioneonlus/), è il risultato di una donazione lungimirante dell’imprenditore Pietro Barberini, sollecitato dall’amico Pasquale De Antonis, all’Associazione Astra, che lo ha poi ceduto al Museo. Un fondo di 1128 scatti realizzati tra gli anni Venti e Cinquanta, ora interamente ricatalogato e pronto a svelare storie dimenticate.
Nato a Teramo ma pescarese d’adozione durante la sua giovinezza, prima di affermarsi a Roma come uno dei più importanti fotografi di cinema e teatro italiani, De Antonis fu un autentico pioniere della fotografia antropologica in Abruzzo. La sua ricerca si concentrò sulle manifestazioni religiose, sull’artigianato e sui mestieri, testimoniando un profondo interesse per le tradizioni popolari e il folclore locale.
L’allestimento curato da Cipollini non si limita alla mera esposizione di opere d’arte, ma offre una rilettura originale di una società in evoluzione, catturata magistralmente dall’obiettivo di De Antonis. La mostra si compone di 75 stampe originali e 20 ingrandimenti, focalizzati sulla città di Pescara e suddivisi per temi evocativi: il porto e la sua vivace quotidianità, l’iconico ponte sul Pescara, la spensieratezza della spiaggia, la suggestiva architettura dell’Aurum, l’adrenalina della Coppa Acerbo, la magia del teatro, il fermento della vita notturna e il profondo senso religioso delle processioni di San Cetteo e del Venerdì Santo nel dopoguerra.
“Si tratta di un viaggio davvero spettacolare nella storia della città di Pescara, una celebrazione del quotidiano, non soltanto degli eventi speciali,” sottolinea con entusiasmo la direttrice della Fondazione Genti d’Abruzzo, Letizia Lizza. “Il Fondo De Antonis rappresenta un importante patrimonio per il museo proprio per la qualità della ricerca contenuta nelle immagini. Tradizioni popolari, mestieri e artigianato trovano la loro testimonianza in fotografie d’artista che raccontano meravigliosamente realtà e contesti che non possono essere dimenticati”.
“Con questa mostra, ma soprattutto con l’intero progetto dedicato al Fondo De Antonis, si consolida quella volontà di conservare e divulgare il patrimonio antropologico ed etnografico della nostra terra che è da sempre al centro dei nostri interessi e dei nostri studi,” aggiunge il presidente della Fondazione, Luigi Di Alberti. “Siamo orgogliosi di poter offrire agli abruzzesi l’opportunità di conoscere quella parte dell’attività di De Antonis mai esposta finora. Un omaggio alla sua memoria e alla sua arte, ma soprattutto a chi vuole approfondire la storia autentica del territorio”.
La mostra “95 scatti per riconoscerci ancora” sarà visitabile al Museo delle Genti d’Abruzzo fino al prossimo 4 maggio, offrendo a cittadini e visitatori un’occasione preziosa per riscoprire il fascino di una Pescara che pulsa ancora negli scatti senza tempo di Pasquale De Antonis.