Metanodotto Snam: levata di scudi a Paganica, “Opera devastante e politica silente”. Assemblea pubblica il 23 aprile

10 Aprile 2025
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L’Amministrazione Separata degli Usi Civici (ASBUC) di Paganica e San Gregorio denuncia con forza l’impatto del metanodotto Snam sul territorio aquilano, accusando la politica di “complicità e silenzio”. In vista dell’assemblea pubblica del 23 aprile, la comunità si mobilita contro l’opera

L’AQUILA – “Siamo sempre più determinati a combattere contro la prepotenza della Snam che vuole devastare il nostro territorio con il suo metanodotto, godendo della complicità e del silenzio della politica tutta, in un grosso banchetto a discapito dell’ambiente, del paesaggio, delle comunità locali, della loro sicurezza e delle loro attività economiche.” Con queste parole, Fernando Galletti, presidente dell’Amministrazione Separata degli Usi Civici (ASBUC) di Paganica e San Gregorio, annuncia un’assemblea pubblica cruciale per il futuro del territorio.

L’incontro si terrà mercoledì 23 aprile alle ore 17:00 presso una tensostruttura allestita nella villa comunale di Paganica, frazione popolosa dell’Aquila. L’obiettivo è dare voce alla crescente opposizione dei cittadini al tracciato del metanodotto Snam che collegherà Sulmona, sede della contestata centrale di compressione in costruzione, con Foligno, in Umbria. Un’infrastruttura che, nel suo percorso, andrebbe a interessare decine di comuni abruzzesi, tutti situati in un’area ad alta sismicità.

Il territorio di Paganica è direttamente interessato per ben 7 chilometri e quasi 40 ettari. L’ASBUC denuncia la prevista “distruzione di preziose cave di tartufi, fiorenti coltivazioni di zafferano e sentieri naturalistici, oltre al taglio di migliaia di alberi”. Il tracciato del metanodotto prevede inoltre il passaggio sotto il fiume Raiale e a meno di 200 metri dal celebre santuario della Madonna d’Appari, intersecando un sentiero attrezzato che rappresenta un’affermata infrastruttura turistica locale.

“È incredibile che chi ha pensato, progettato e deciso il tracciato di questo metanodotto, non abbia preso in considerazione il fatto che qui come altrove esso passa sopra una faglia attiva – incalza con preoccupazione Galletti –. Eppure dovrebbe far riflettere e far suonare l’ennesimo campanello d’allarme l’esplosione della scorsa settimana di un gasdotto della compagnia nazionale Petronas, a Kuala Lumpur, in Malesia, che ha provocato un rogo visibile a chilometri di distanza, con 63 persone ferite, ustionate e intossicate, e l’evacuazione di numerose abitazioni. Nel nostro piccolo, qui nessuno dimentica del resto come la notte del terremoto del 6 aprile 2009, un tubo dell’acquedotto e quello del gas sono stati tranciati dal movimento tellurico. Niente in confronto di quello che potrebbe accadere ad un gasdotto di così grandi dimensioni in una situazione simile.”

Galletti torna poi a criticare aspramente le proposte di risarcimento avanzate da Snam, definite “appena 100.000 euro, con una quantificazione successiva dei danni di lunga durata. Nulla comunque rispetto ai danni che saranno ad esempio causati alle tartufaie naturali, per una perizia superiori ai 50 milioni di euro.”

“Questa battaglia – conclude il presidente dell’ASBUC – non riguarda però solo il territorio che l’Asbuc rappresenta, la nostra resistenza non è dettata dalla sindrome del ‘nimby’. Noi ci battiamo contro un’opera inutile che costerà complessivamente oltre 2,5 miliardi, che saranno pagati dai cittadini nella bolletta. Con un rapporto costi-benefici del tutto negativo, visto che il consumo di gas nei prossimi anni sarà destinato a scendere, tenuto conto che si sta accelerando anche in Abruzzo per moltiplicare entro il 2030 la produzione di energia con l’eolico e il fotovoltaico, che è uno degli obiettivi dell’Unione europea. La verità è che il gas è una droga degli onnipotenti che va superata a favore delle rinnovabili. Sembra che ci si stia dimenticando del surriscaldamento terrestre, provocato dalle emissioni di CO2, di cui anche il gas è responsabile, una delle più grandi catastrofi naturali di cui già se ne colgono i tangibili e disastrosi effetti.”

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