Il Presidente della Provincia Camillo D’Angelo: «Speriamo che la Regione ci ascolti, abbiamo danni importanti»
TERAMO – Il primo bilancio dell’ondata di maltempo presenta un conto pesante e riporta al centro dell’attenzione un problema ormai annoso: il dilavamento dei versanti lungo le strade provinciali, con conseguenti frane e danni significativi alla viabilità.
A partire dallo scorso fine settimana, si sono registrati decine di interventi quotidiani per liberare le strade da massi, alberi caduti e colate di fango. A rendere questa emergenza ancora più critica è la sua estensione: sono stati colpiti indistintamente tutti i territori, dalla costa fino alle colline e alle zone montane. Anche se non si registrano strade completamente interrotte, i danni riportati dai manti stradali sono ingenti.
“Buona parte del territorio provinciale teramano soffre di dissesto idrogeologico, e ancora una volta ci troviamo a fronteggiare problemi che, in molti casi, non rientrano nelle nostre competenze”, sottolinea il presidente della Provincia Camillo D’Angelo. “Ci riferiamo, ad esempio, ai fondi agricoli privi di canalizzazione per le acque piovane, alla mancanza di barriere protettive, e al rischio costante di caduta massi nelle strade di montagna.”
Il presidente evidenzia anche un aggravante: “Il danno è doppio, perché per ripristinare la viabilità in queste condizioni siamo costretti a usare mezzi pesanti, che finiscono per danneggiare ulteriormente i manti stradali già compromessi.” Un altro nodo irrisolto riguarda la gestione di torrenti e fossati. “Con la legge Delrio – prosegue D’Angelo – la Provincia non ha più un settore dedicato né personale né fondi per occuparsene. Gli ex dipendenti provinciali sono passati alla Regione, ma il problema è rimasto nei territori.”
Dopo anni di confronti con l’ente regionale, la Provincia sta ora lavorando a una mappatura del rischio, che prevede una valutazione dettagliata dei costi di manutenzione di fossi e torrenti minori. “Speriamo che questa volta la Regione ci ascolti – conclude D’Angelo – perché i danni subiti dal territorio superano di gran lunga gli investimenti necessari per la prevenzione e la manutenzione ordinaria.”