Inflazione: allarme consumatori, impennata al 2,0% nel mese di marzo. Carrello della spesa in salita

31 Marzo 2025
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L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) ha registrato un aumento dello 0,4% su base mensile, trainato principalmente dall’incremento dei beni energetici (+3,2%) e degli alimentari non lavorati (+3,3%). L’Unc lancia l’allarme per la “fiammata” dei prezzi e chiede interventi urgenti.

ROMA – L’inflazione in Italia ha subito un’impennata preoccupante nel mese di marzo, attestandosi al 2,0%, secondo le stime preliminari dell’Istat. Un dato superiore alle attese, che segna un incremento significativo rispetto al +1,6% di febbraio, evidenziando una crescente pressione sui prezzi al consumo.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) ha registrato un aumento dello 0,4% su base mensile, trainato principalmente dall’incremento dei beni energetici (+3,2%) e degli alimentari non lavorati (+3,3%). Un’analisi dettagliata rivela che il “carrello della spesa”, che comprende beni alimentari, prodotti per la cura della casa e della persona, ha subito un aumento del 2,1% su base annua, incidendo pesantemente sulle spese quotidiane delle famiglie.

Allarme dell’Unione Nazionale Consumatori:

L’Unione Nazionale Consumatori (Unc) ha lanciato un allarme, definendo i dati Istat “preoccupanti e allarmanti”. Il presidente dell’Unc, Massimiliano Dona, parla di “fiammata” dei prezzi, sottolineando come l’inflazione sia quasi triplicata in soli sei mesi, passando dallo 0,7% di settembre al 2,0% di marzo. “Impensierisce anche il rialzo dei prezzi dei prodotti alimentari che salgono su base annua da +2,4% di febbraio a +2,6 di marzo, più del doppio rispetto al +1,2% di settembre. Come se non bastasse, peggiora pure il carrello della spesa passa da +2% a +2,1% sempre nei dati tendenziali” commenta Dona.

“Se l’inflazione pari a +2% significa, per una coppia con due figli, un aumento del costo della vita complessivo pari a 713 euro su base annua, è ancor più grave che ben 238 euro in più se ne vadano solo per i prodotti alimentari e le bevande analcoliche e addirittura 258 per il carrello della spesa, ossia per le spese obbligate. Una vera e propria stangata. Per una coppia con 1 figlio, la spesa aggiuntiva annua è pari a 659 euro, 210 euro sono soltanto per cibo e bevande, 232 per i beni alimentari, per la cura della casa e della persona. In media, per una famiglia, mangiare e bere ora costa 164 euro in più, 180 euro per la spesa di tutti i giorni”, conclude Dona.

L’aumento dell’inflazione, in particolare per quanto riguarda i beni di prima necessità, rischia di erodere ulteriormente il potere d’acquisto delle famiglie italiane. L’Unc chiede interventi urgenti per contrastare questa tendenza, sottolineando la necessità di politiche economiche mirate a mitigare l’impatto dell’inflazione sui consumatori.

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