Per il presidente della Teramo Ambiente «stupisce» che un’opera pubblica sia pericolosa e quella vicina di Mosciano sia invece virtuosa
TERAMO – Botta e risposta tra la Teramo Ambiente e l’Associazione Ambiente e Sicurezza sulla questione del biodigestore, l’opera da 30 milioni di euro che dovrebbe cambiare la gestione dell’intero ciclo dei rifiuti e che sorgerà nell’area di Carapollo, al posto del vecchio inceneritore.
«Stupisce, e non poco, l’attenzione che una neonata associazione ambientalista continua a dedicare al progetto del Biodigestore di Teramo, un impianto di straordinaria importanza nella futura gestione dell’intero ciclo dei rifiuti, riconosciuta anche dall’approvazione di un finanziamento PNRR di quasi 30 milioni di euro», scrive il Presidente della Teramo Ambiente, Sergio Saccomandi, in risposta alle accuse dell’Associazione Ambiente e Sicurezza Città di Teramo, che definisce l’impianto una “bomba ecologica”.
L’associazione, che domani terrà una conferenza stampa, ha contestato la realizzazione del biodigestore denunciando la contaminazione del sito di Carapollo, la necessità di una bonifica con procedura MISE, l’esclusione del progetto dalla Valutazione di Impatto Ambientale da parte della Regione, la distanza di soli 28 metri dal fiume Tordino e la presunta alterazione del perimetro del centro abitato di Villa Pavone. Su queste premesse ha chiesto quindi lo stop immediato dell’intervento.
Quello che stupisce il presidente Saccomandi è «la curiosa interpretazione che l’associazione offre, con un doppiopesismo che ne vanifica lo scopo elevato, riducendola a un’avvilente manifestazione di prese di posizione che sfiorano i modi della tifoseria. Com’è possibile, infatti, che quello stesso impianto che a Teramo viene considerato dall’associazione una “bomba ecologica”, a Mosciano diventi invece un utile supporto alla gestione dei rifiuti? Com’è possibile che un impianto, che a Teramo sarà di proprietà e gestione pubblica sia “pericoloso”, mentre quello di proprietà e gestione privata, che produce effetti positivi solo sul bilancio aziendale e per le famiglie degli imprenditori proprietari, sia invece considerato una soluzione efficace?».
La nuova opera sorgerà come detto dalle ceneri del vecchio inceneritore: un elemento questo che per Saccomandi non può creare allarmismi per il futuro ignorando «gli evidentissimi danni di un passato che ha lasciato in eredità alla Teramo di oggi un inceneritore dismesso e un sito compromesso, che proprio grazie alla costruzione del nuovo biodigestore sarà riqualificato».