Cauta apertura dei due partiti, a margine del vertice che si è svolto ieri a Pescara. Fi e Noi Moderati chiariscono la loro posizione prendendo tempo in vista del summit di FdI, in programma lunedì all’Aquila, e della proposta di manovra della Giunta regionale che dovrebbe riunirsi martedì prossimo. Chiesto un piano di risanamento del debito, il cambio dei manager e la rimodulazione delle aliquote in base ai redditi
PESCARA – Sulla scottante tematica dell’aumento delle tasse per coprire il deficit sanitario in Abruzzo, Forza Italia e Noi Moderati scelgono una linea di prudente apertura, ponendo però condizioni precise. Il nodo gordiano resta la sostenibilità del sistema sanitario regionale, che per gli alleati di centrodestra necessita di un piano strutturale di risanamento, incluso il cambio dei manager. I due partiti, a margine del vertice che si è svolto nel pomeriggio a Pescara, chiariscono la loro posizione prendendo tempo in vista del summit del partito di maggioranza relativa, Fratelli d’Italia, in programma lunedì all’Aquila e della proposta di manovra della Giunta regionale che dovrebbe riunirsi martedì prossimo: “Forza Italia e Noi Moderati – si legge in una nota – analizzeranno con il consueto senso di responsabilità le proposte che verranno avanzate, con l’obiettivo di garantire la tenuta dei conti pubblici senza compromettere i servizi essenziali per i cittadini abruzzesi. Non è più rinviabile la fase di ristrutturazione in campo sanitario, sia sotto il profilo organizzativo che di management, per efficientare e modernizzare il sistema sanitario e garantirne la sostenibilità”.
L’esecutivo regionale si trova a fronteggiare una crisi finanziaria di enorme portata. Il deficit della sanità pesa per oltre 57 milioni di euro, di cui 40 milioni destinati agli aumenti salariali di medici e operatori sanitari, compresi gli arretrati legati al periodo Covid. A complicare ulteriormente la situazione è il bilancio regionale, già messo a dura prova dalle due manovre precedenti, che hanno drenato 40 milioni di euro sia nel 2023 che nel 2024, sempre per tamponare il disavanzo sanitario. Per il presidente della Regione, Marco Marsilio, dunque, il problema non è solo coprire il deficit, ma anche ripristinare l’equilibrio delle finanze regionali. Da qui la necessità di ricorrere all’impopolare aumento delle aliquote fiscali.
“Nel confronto approfondito sulla situazione economica e politica della Regione – scrivono i due partiti – si è posta particolare attenzione alla necessità finanziaria derivante dall’obbligo, che per noi è un dovere, di coprire gli aumenti salariali del personale sanitario. Sebbene previsti per il 2025, questi dovranno essere contabilizzati già nel bilancio 2024. Ciò comporta la necessità di reperire circa 40 milioni di euro per coprire anche gli arretrati del periodo dell’emergenza Covid, in un bilancio regionale già messo a dura prova”.
I due partiti di maggioranza, dunque, non escludono del tutto la possibilità di un aumento fiscale, riconoscendo la necessità di reperire risorse. Tuttavia, condizionano il loro eventuale sostegno anche a una manovra che preveda una rimodulazione delle aliquote in base ai redditi, evitando un incremento indiscriminato della pressione fiscale.
“Nel corso della riunione si è discusso anche della necessità di adeguarsi alle nuove fasce di reddito imponibili previste dalla riforma fiscale del Governo nazionale. Ciò comporta la possibilità di distinguere fra le diverse fasce di reddito, con una progressività che superi l’attuale aliquota piatta – si legge ancora nella nota dei due partiti.