Lega: “Chiediamo che ci sia una rimodulazione dell’aliquota più alta e la finalizzazione dell’extra gettito alla sanità”. Usif: “Ancora una volta si sceglie di colpire chi è tracciabile e non può sottrarsi ai propri obblighi, mentre persistono sacche di evasione fiscale tra coloro che beneficiano di servizi pubblici senza contribuire in modo proporzionato”
L’AQUILA – Mentre le opposizioni promettono battaglia per contrastare la decisione della maggioranza di centrodestra di aumentare l’addizionale regionale Irpef, la Lega chiede un nuovo vertice per presentare proposte alternative. “Proposte ben precise che vanno dalla tutela delle aree interne e dei suoi presidi sanitari alla rimodulazione dell’aliquota Irpef più elevata”, scrivono i leghisti al termine di un incontro, tenutosi oggi a Pescara, cui hanno partecipato, oltre al coordinatore regionale Vincenzo D’Incecco, il vice presidente della giunta regionale Emanuele Imprudente e il consigliere regionale Carla Mannetti, il Sottosegretario Luigi D’Eramo e l’Onorevole Alberto Bagnai.
“Le aree interne rappresentano una risorsa strategica per la regione. Vanno quindi salvaguardate così come i loro presidi. Sulla questione tasse, prendiamo atto che, con l’annuncio dell’abbassamento dell’aliquota minima dall’1,73% all’1,63%, esattamente come avevamo pensato e avanzato noi, è stato fatto un primo passo in avanti”, proseguono. “Ma non basta. Chiediamo che ci sia una rimodulazione anche dell’aliquota più alta e la finalizzazione dell’extra gettito alla sanità. A proposito di sanità, occorre maggiore condivisione politica sul management delle Asl e, dunque, sulle scelte future dei manager e sul loro operato. Fra le nostre proposte, l’utilizzo dei fondi comunitari Fsc per la sanità e inoltre l’istituzione di una cabina di regia politica su bilancio regionale e bilancio della sanità”.
“Da parte della Lega sì al ripianamento del debito, sì al controllo della spesa, senza però trascurare il diritto alla salute e la centralità del cittadino”.
Sul fronte sindacale la proposta di aumentare l’aliquota Irpef, in particolare per i redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro, ha scatenato la dura reazione dell’Usif (Unione sindacale italiana finanzieri). “Un colpo significativo per migliaia di lavoratori”, ha dichiarato Augusto D’Alessandro, segretario regionale Usif, sottolineando come tale misura andrebbe ad annullare i recenti aumenti contrattuali e ad aggravare la pressione fiscale sui contribuenti onesti.
“Ancora una volta – è scritto in una nota – si sceglie di colpire chi è tracciabile e non può sottrarsi ai propri obblighi, mentre persistono sacche di evasione fiscale tra coloro che beneficiano di servizi pubblici senza contribuire in modo proporzionato”.
Per questo, Usif chiede un ripensamento della misura e invita la Regione Abruzzo ad avviare un confronto con tutti gli attori interessati per individuare soluzioni più eque ed equilibrate.
“Usif si dichiara disponibile – conclude la nota – a un confronto istituzionale per discutere alternative che tutelino il potere d’acquisto dei lavoratori e garantiscano maggiore equità fiscale”.
Il Partito Comunista Italiano (PCI) Abruzzo ha lanciato un’accusa diretta sia al centrodestra che al centrosinistra, definendoli “due facce della stessa medaglia” e responsabili del “disastro della sanità pubblica”. Il PCI propone un “contributo di solidarietà sanitaria” a carico delle strutture private accreditate, al fine di finanziare nuove assunzioni nella sanità pubblica e ridurre le liste d’attesa.