Le opposizioni in Consiglio regionale attaccano la maggioranza sull’aumento dell’addizionale Irpef, ritenuto insufficiente a coprire il deficit sanitario e destinato a gravare su lavoratori e pensionati elencando disservizi e paventando aumenti delle aliquote particolarmente gravi per il ceto medio
L’AQUILA – Un Abruzzo che paga più tasse, ha meno cure e servizi sanitari ed è più povero. È questo, in estrema sintesi, il quadro a tinte fosche tracciato dall’opposizione nel corso della conferenza stampa tenutasi oggi all’Aquila contro l’aumento dell’addizionale Irpef regionale deciso dalla maggioranza di centrodestra per coprire il disavanzo della sanità. Presenti, tra gli altri, i consiglieri regionali del Partito Democratico, del Movimento 5 Stelle e delle liste civiche, tra cui Luciano D’Amico, Silvio Paolucci, Antonio Di Marco, Dino Pepe, Antonio Blasioli, Daniele Marinelli, Francesco Taglieri, Erika Alessandrini, Giovanni Cavallari, Vincenzo Menna e Alessio Monaco.
“La stangata è di oltre mille euro annui, a partire dai redditi di 28mila euro” – denunciano i consiglieri del Patto per l’Abruzzo uniti nello stigmatizzare un provvedimento che non solo non migliorerà i servizi sanitari, ma peserà direttamente sulle tasche dei cittadini, in particolare su lavoratori e pensionati. “Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia vogliono chiedere più tasse non per migliorare i servizi – denunciano D’Amico e Paolucci – ma per sanare i conti di un sistema sanitario inefficiente”.
Ed i numeri dell’inefficienza snocciolati dalle opposizioni sembrano impietosi con la situazione delle liste d’attesa in costante peggioramento: oltre 120.000 cittadini rinunciano alle cure, mentre il saldo della mobilità sanitaria segna un passivo di circa 104 milioni di euro. Nei reparti di emergenza-urgenza la congestione è crescente, e circa 62.000 persone sono senza medico di base. I Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) si attestano a 184,9 punti su un totale 300, ben lontani dai 285 punti dell’Emilia-Romagna, segno di un sistema sanitario che fatica a garantire prestazioni adeguate.
Ancor più preoccupanti le stime sull’aumento delle aliquote che danno il senso di una vera e propria stangata ai danni del ceto medio. “Per gli scaglioni con reddito basso – spiegano le opposizioni – l’aliquota è già al massimo, 1,73 %, e la legge non consente di aumentarla ulteriormente, ma per tutti gli altri, l’ampissima fascia del ceto medio, si potrebbe passare da 1,73 a 2,63 e fino anche a 3,33 %, con aumenti che potrebbero arrivare a segnare fino a 84 euro al mese in meno in busta paga”.
Un aumento insufficiente a coprire il deficit, secondo i consiglieri di minoranza dato che, ad aggravare il quadro generale, vi è la certezza che questo aumento Irpef non sarà utile a colmare la totalità del deficit 2024, che trova completa copertura con ulteriori politiche di bilancio. Incertezza anche per il futuro, visto che per il 2025 il deficit sembra tendere verso un ulteriore aumento. C’è quindi il concreto rischio che questa dilatazione dell’aliquota regionale sia solo l’inizio e che la mancata programmazione della Giunta faccia lievitare i numeri costringendo gli abruzzesi ogni anno a pagare più tasse.”
“Come se non bastasse – incalzano – la destra ha deliberato per anni accantonamenti denominati ‘Fondo per la riduzione della tassazione regionale’, riduzioni rimaste solo su carta, visto che le iniziative non sono mai state attuate nell’ordinamento; al contrario oggi si paventa il concreto rischio di un aumento della tassazione.”
Un peso crescente per famiglie e imprese, dunque, soprattutto “in un momento storico in cui l’Istat certifica anche un aumento dell’inflazione in Abruzzo dell’1,7%, i trasporti hanno subito, sempre per mano della maggioranza, un aumento del 20% sulla bigliettazione e i cittadini si trovano a fare i conti con un caro energia che non trova adeguate risposte dal Governo regionale, inefficace nell’attuare iniziative concrete a sostegno di famiglie e imprese. Aumenti, questi, che si traducono in centinaia di euro al mese di spese aggiuntive per tutti gli abruzzesi.
A fronte di tutto ciò – concludono i consiglieri del Patto per l’Abruzzo – chiediamo con determinazione che si torni indietro su questa decisione, e che si inizi a lavorare di concerto, con le opposizioni e con la società civile, per programmare una vera inversione di rotta che porti a sanare i conti.”