Gli avvocati delle parti civili nel processo Rigopiano respingono l’ipotesi di indagare ulteriori responsabili e sottolineano che la Cassazione ha confermato la validità delle indagini, evidenziando la mancanza di prevenzione
PESCARA – Alla luce delle motivazioni della Corte di Cassazione alla sentenza del 3 dicembre 2024, gli avvocati Alessandro Casoni, Wania Della Vigna e Rosanna Polini, difensori di alcune delle parti civili nel processo per la tragedia dell’Hotel Rigopiano del 18 gennaio 2017, hanno diffuso una nota per fare chiarezza sulle recenti interpretazioni considerate inesatte. “I nostri assistiti, familiari delle vittime di Rigopiano, ci hanno posto molte domande dopo la diffusione di notizie che non corrispondono al vero rispetto al contenuto della sentenza,” hanno scritto i legali.
In particolare, gli avvocati contestano l’idea che le indagini condotte dalla Procura di Pescara siano state del tutto errate e che ci sia la necessità di indagare nuovi soggetti, come nel caso ‘Garlasco’. “Tali affermazioni sono totalmente prive di fondamento e rischiano di turbare ulteriormente i nostri assistiti, già provati dalla dolorosa vicenda,” hanno aggiunto. Al contrario, i legali sottolineano che la sentenza della Cassazione ha pienamente confermato la validità delle indagini, ribadendo un principio fondamentale: la tragedia di Rigopiano poteva essere evitata.
Uno dei punti chiave evidenziati dalla Corte è la mancata predisposizione della Carta di localizzazione dei pericoli da valanga (CLPV), un aspetto che avrebbe potuto prevenire la tragedia. Inoltre, la sentenza ha messo in evidenza le criticità nella gestione della viabilità provinciale, un altro elemento che avrebbe contribuito alla gravità degli eventi.
Il procedimento giudiziario non si conclude qui: la Cassazione ha trasmesso con urgenza gli atti alla Corte d’Appello di Perugia, dove si terrà l’appello bis. Gli avvocati ricordano che il caso potrebbe proseguire con un ulteriore ricorso in Cassazione e, successivamente, con un eventuale processo civile.
“Come difensori delle parti civili, riteniamo fondamentale perseguire l’accertamento della verità dei fatti e comprendere le cause del decesso di dipendenti e ospiti dell’hotel,” hanno affermato Casoni, Della Vigna e Polini. “Respingiamo fermamente ogni forma di allarmismo e la ricerca di nuovi responsabili estranei al processo, poiché il processo penale può regolare i rapporti solo con i soggetti già indicati nei capi d’imputazione.”