Progetto Mirò (Megalò 2), Marsilio: “La Regione Abruzzo non ha cambiato idea né orientamento politico”

15 Marzo 2025
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Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, respinge le accuse relative al progetto Mirò (Megalò 2: “La maggioranza di centrodestra ha sempre considerato sbagliato e dannoso quell’intervento, sia per le implicazioni urbanistiche sia per le conseguenze per il tessuto commerciale del territorio”

L’AQUILA – La controversia sul progetto Mirò, noto anche come Megalò 2, si infiamma con le dichiarazioni del presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, che ha categoricamente negato qualsiasi responsabilità politica. “La Regione Abruzzo non ha cambiato idea né orientamento politico”, ha affermato Marsilio, sottolineando come la maggioranza di centrodestra abbia sempre considerato l’intervento “sbagliato e dannoso”.

Marsilio ha ripercorso le tappe della vicenda, ricordando come la Regione si sia costituita in giudizio per contestare la validità dei titoli edilizi rilasciati dai Comuni di Cepagatti e Chieti. “A differenza del Comune di Cepagatti, che ha difeso le ragioni dell’impresa ricorrente, e del Comune di Chieti, che non si è nemmeno costituito in giudizio, la Regione ha difeso fino in fondo la sua tesi”, ha dichiarato il presidente.

Tuttavia, il Consiglio di Stato ha ribaltato le decisioni precedenti – ha rimarcato il Presidente Marsilio – ritenendo validi i titoli edilizi rilasciati dai Comuni, che sono i “titolari e i promotori del progetto” insieme alla società privata. “Nel quadro di regole esistenti e a fronte di sentenze passate in giudicato, il Comitato Via della Regione non poteva fare altro che assumere le decisioni che ha assunto”, ha spiegato Marsilio, evidenziando la separazione tra poteri politici e amministrativi.

Il Presidente ha inoltre puntato il dito contro le precedenti amministrazioni regionali, ricordando come il progetto affondi le sue radici in uno strumento urbanistico approvato negli anni ’90 da una giunta di centrosinistra. “È appena il caso di ricordare che l’intero procedimento nasce con uno strumento urbanistico eccezionale e derogatorio, che si chiama Prusst, approvato negli anni 90 dalla giunta regionale di centrosinistra a guida Falconio – ha detto Marsilio – e che l’ultima legge regionale, ad aver costituito l’arma decisiva in mano all’impresa promotrice per vincere la sua battaglia legale di fronte alla giustizia amministrativa, risale al 2017 e porta la firma dell’amministrazione guidata da Luciano D’Alfonso.

“Chi vuole attribuire alla Regione Abruzzo come istituzione e come maggioranza politica la responsabilità della scelta sbaglia bersaglio e compie un’opera di aperta mistificazione propagandistica”, ha concluso Marsilio, ribadendo l’impegno della Regione a vigilare sul rispetto dei vincoli imposti dal Comitato Via.

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