Aperte le indagini sulla morte dei due alpinisti romagnoli

13 Marzo 2025
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Gli avvocati della famiglia chiedono di approfondire diversi aspetti della vicenda tra cui i tempi di arrivo dei soccorsi

TERAMO – L’indagine sulla morte dei due alpinisti romagnoli di Santarcangelo ha già preso slancio, con gli inquirenti che hanno acquisito alcuni video registrati con i telefoni cellulari e raccolto le testimonianze di diverse persone nell’ambito del fascicolo aperto dalla Procura di Teramo per omicidio colposo. L’inchiesta, affidata ai carabinieri di Assergi, mira a chiarire le circostanze della tragedia in cui hanno perso la vita Luca Perazzini, 42 anni, e Cristian Gualdi, 48 anni. I due alpinisti erano scivolati in un canalone sul Gran Sasso a quota 2.700 metri, dopo essere stati sorpresi da un improvviso peggioramento delle condizioni meteo mentre tentavano di rientrare.

Bloccati nella gola dalla domenica prima di Natale, i due sono stati ritrovati cinque giorni dopo dai soccorritori, quando ormai non c’era più nulla da fare. Le indagini proseguono con l’ascolto di persone informate sui fatti, tra cui potrebbero rientrare anche i responsabili delle operazioni di soccorso. L’apertura del fascicolo è stata determinata dall’esposto presentato da Marco Perazzini, fratello di Luca, secondo il quale l’accesso alla vetta avrebbe dovuto essere vietato.

Gli avvocati della famiglia Perazzini, Francesca Giovannetti e Luca Greco, chiedono di approfondire diversi aspetti della vicenda. Oltre alla mancata chiusura della funivia di Fonte Cerreto, che collega la località turistica di Fonte Cerreto e Assergi (a quota 1.115 metri) al versante occidentale di Campo Imperatore (a quota 2.130 metri), nel cuore del massiccio del Gran Sasso, l’attenzione si concentra anche sulla tempestività dei soccorsi e sull’adeguatezza della segnaletica presente nella zona.

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