Sanità abruzzese: inaugurata la nuova PET-TAC all’ospedale SS. Annunziata di Chieti

7 Marzo 2025
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Palmieri: “Non possiamo ridurre l’innovazione a una sola questione tecnologica, perché si nutre anche di collaborazione. Il progresso che celebriamo oggi è il risultato di un dialogo continuo tra ricercatori, clinici, ingegneri e istituzioni. Solo lavorando insieme possiamo trasformare le sfide in opportunità e garantire ai pazienti le migliori cure possibili”

CHIETI – E’ stata inaugurata questa mattina la prima PET-TAC installata all’interno del reparto di Medicina Nucleare dell’ospedale Santissima Annunziata di Chieti. Un evento atteso da anni, che ha visto la partecipazione di numerose autorità e che rappresenta un importante passo avanti per la diagnostica per immagini in Abruzzo.

A fare gli onori di casa Gianluigi Martino, direttore dell’Unità Operativa, che ha accolto il Direttore Generale Mauro Palmieri, il Presidente della Giunta Regionale Marco Marsilio, l’Assessore alla Salute Nicoletta Verì, il Sindaco Diego Ferrara, l’Arcivescovo Bruno Forte e il Rettore Liborio Stuppia.

Martino ha ricordato il lungo iter burocratico e il carteggio intercorso con la Regione per concretizzare questo investimento, sostenuto con determinazione da Marsilio e Verì, che hanno contribuito a individuare le fonti di finanziamento. I primi esami saranno disponibili dal 17 marzo.

Palmieri ha evidenziato l’importanza del lavoro di squadra e l’impegno di tutti coloro che hanno dedicato tempo ed energie a questa realizzazione, iniziando dal predecessore Schael, che ha curato atti e procedure. “Non possiamo ridurre l’innovazione a una sola questione tecnologica,” ha affermato Palmieri, “perché si nutre anche di collaborazione. Il progresso che celebriamo oggi è il risultato di un dialogo continuo tra ricercatori, clinici, ingegneri e istituzioni. Solo lavorando insieme possiamo trasformare le sfide in opportunità e garantire ai pazienti le migliori cure possibili.”

L’Assessore Verì ha sottolineato il lavoro svolto con le Direzioni Asl per eliminare l’uso di PET su unità mobili, utilizzate per anni anche a Chieti, e ha ringraziato le numerose Associazioni presenti per il loro prezioso supporto.

Il Presidente Marsilio ha messo in luce il lavoro silenzioso svolto a tutti i livelli per rilanciare la sanità abruzzese, partendo dal rinnovo delle tecnologie, un’operazione che colloca la regione tra le più avanzate d’Italia. Ha inoltre affrontato il tema dei lavori di riqualificazione al Corpo C dell’ospedale di Chieti, esortando a mettere da parte le polemiche e a collaborare per trovare soluzioni efficienti. “Invito tutti a tenere fuori le polemiche,” ha dichiarato con forza, “dobbiamo dare a questa città e a tutta la comunità un ospedale che funziona, efficiente e sicuro.”

La Tecnologia

Acquistata per 3.2 milioni di euro tramite il Fondo per lo sviluppo e la coesione, l’United Imaging uMI 550 offre immagini di alta qualità in oncologia, cardiologia e neurologia, utilizzando l’intelligenza artificiale e la ricostruzione delle immagini in base ai dati totali del corpo. Questo strumento combina la sensibilità della PET con la precisione anatomica della TAC, risultando fondamentale nella diagnosi precoce, stadiazione e monitoraggio delle terapie, personalizzando i trattamenti in base alle caratteristiche biologiche dei pazienti.

Utilizzo Clinico

L’apparecchio permette di ottenere informazioni accurate per i malati di cancro, pazienti neurologici con demenza e soggetti cardiopatici. Ecco alcune delle sue applicazioni principali:

  • Oncologia: Diagnosi precoce di nuove localizzazioni del tumore primitivo, indicazioni sulla migliore strategia terapeutica, monitoraggio della risposta al trattamento e ricerca di tumori occulti.
  • Neurologia: Diagnosi precoce e accurata di malattie neurodegenerative come Alzheimer, Parkinson e varie forme di demenza.
  • Cardiologia: Studio della vitalità miocardica, diagnosi di endocarditi e infezioni.

Oltre alle applicazioni cliniche, la nuova tecnologia comporterà vantaggi in termini di riduzione dei tempi di attesa e di degenza ospedaliera, migliorando l’offerta diagnostica e riducendo la radioesposizione grazie all’utilizzo di dosi ridotte di radiofarmaco.

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