Magnacca: «Con Anci dobbiamo pianificare un percorso comune in grado di avviare un’interlocuzione efficace con l’Abi»
PESCARA – Oltre il 60% dei comuni abruzzesi è privo di uno sportello bancario attivo, una situazione che rende l’Abruzzo una delle regioni del Centro Italia più colpite dal fenomeno della desertificazione bancaria. La seconda riunione dell’Osservatorio sull’accesso al credito e alle imprese ha affrontato questo tema, evidenziando le conseguenze economiche e sociali della progressiva chiusura degli sportelli bancari.
Uno degli aspetti più preoccupanti emersi dall’Osservatorio è che la soppressione delle filiali sta interessando anche comuni relativamente popolosi, con centri fino a 5.000 abitanti che si trovano ormai senza servizi bancari. Questo aggrava ulteriormente una situazione già critica, che limita l’accesso al credito e penalizza in particolare le microimprese, fondamentali per l’economia locale.
«L’Osservatorio – ha dichiarato l’assessore alle Attività produttive della Regione Abruzzo, Tiziana Magnacca – non poteva ignorare un problema che incide direttamente sulla qualità della vita di migliaia di abruzzesi. Per questo ho voluto coinvolgere una rappresentanza di sindaci di piccoli comuni delle quattro province, così da raccogliere le testimonianze sulle difficoltà causate dalla desertificazione bancaria. È una questione economica, ma ha anche risvolti sociali evidenti. I dati sono allarmanti e la situazione è complessa, ma la politica ha il dovere di intervenire per capire se esistano margini per invertire questa tendenza».
La chiusura degli sportelli bancari negli ultimi dieci anni ha portato, secondo First Cisl, a una riduzione del personale bancario di oltre 500 unità, con pesanti ripercussioni sull’accesso ai servizi finanziari e sulla sopravvivenza delle imprese locali.
Per affrontare questa emergenza, l’assessore Magnacca ha proposto una collaborazione con l’Anci, puntando a un confronto con Abi a livello nazionale per comprendere le motivazioni alla base di queste chiusure e valutare possibili soluzioni. «Dobbiamo elaborare una strategia condivisa che permetta di avviare un’interlocuzione efficace con l’Abi, magari ipotizzando l’istituzione di sportelli multiservizi con costi di gestione ridotti. Il primo passo – ha sottolineato l’assessore – è avviare un dialogo per individuare le cause di questa tendenza e cercare soluzioni concrete per arginarla».