Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Faisa-Cisal denunciano turni insostenibili e salari insufficienti. La vertenza, che coinvolge 1300 lavoratori, ruota attorno a 14 punti chiave, tra cui l’organizzazione del lavoro, l’affidamento esterno di parte dei servizi e la mancata trasformazione dei contratti part-time
PESCARA – Si alza il livello dello scontro tra le sigle sindacali e la Tua, l’azienda regionale del trasporto pubblico. Dopo mesi di trattative senza esito, la vertenza che coinvolge 1300 dipendenti è in fase di stallo, con i sindacati sul piede di guerra per una gestione che, a loro dire, continua a chiedere sacrifici senza offrire garanzie sul futuro. L’oggetto del contendere ruota attorno a 14 punti ritenuti fondamentali per raggiungere un accordo, tra cui l’organizzazione dei turni e delle corse, l’affidamento esterno di taluni servizi, la mancata trasformazione dei contratti part-time in full-time e la riduzione delle fermate.
Secondo Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Faisa-Cisal le condizioni lavorative e salariali continuano a peggiorare: l’azienda, invece di avviare una fase di rilancio dopo anni di difficoltà, avrebbe imposto turni sempre più lunghi e stipendi in progressivo impoverimento. Il malcontento tra i lavoratori è crescente, tanto che molti avrebbero deciso di lasciare l’azienda, non più disposti a sopportare turni insostenibili a fronte di retribuzioni insufficienti. I sindacati sottolineano come, un tempo, la Tua fosse considerata un’opportunità professionale ambita dagli abruzzesi, mentre oggi sempre più dipendenti preferiscono licenziarsi pur di non accettare le attuali condizioni. A conferma di questa crisi, anche il bando di concorso ancora aperto starebbe registrando numerose defezioni da parte di chi, pur essendo in graduatoria, opterebbe per altre soluzioni.
La situazione, dunque, appare critica e, senza risposte concrete da parte della dirigenza, lo sciopero sarà inevitabile.
