Operazione “Fake dress”, sequestrati 170mila capi: perquisizioni in sei regioni, la mente dell’organizzazione è del Chietino

14 Febbraio 2025
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Un’indagine della Guardia di Finanza di Macerata ha portato alla scoperta di un’organizzazione che produceva e commercializzava capi di abbigliamento contraffatti di grandi marchi. L’operazione ha portato a perquisizioni e sequestri in sei regioni

MACERATA – Una vasta operazione della Guardia di Finanza di Macerata, denominata “Fake Dress”, ha portato allo smantellamento di una filiera di produzione e commercializzazione di prodotti griffati contraffatti. L’indagine, coordinata dalla Procura di Macerata, ha permesso di individuare e sequestrare circa 170.000 articoli, tra capi d’abbigliamento, accessori e packaging.

Le indagini sono partite da un controllo di routine in un outlet della moda nel Maceratese, dove i finanzieri hanno rinvenuto numerosi capi con marchi contraffatti di note case di moda. Approfondendo le indagini, i militari sono riusciti a ricostruire l’intera filiera del falso, individuando la mente dell’organizzazione in un 61enne residente nel Chietino.

L’uomo si occupava di fabbricare le etichette, i bottoni e le buste, che venivano poi applicati ai capi contraffatti. Il materiale proveniva dalla Cina. I capi falsi venivano quindi smistati attraverso commercianti compiacenti e finivano per essere venduti nei negozi di tutta Italia, spacciati per “sconti outlet”.

L’inchiesta si è estesa a livello nazionale, coinvolgendo sei regioni e portando all’individuazione di due opifici adibiti alla produzione dei falsi, completi di 22 macchinari per la stiratura, la cucitura di etichette e la realizzazione di ricami.

L’operazione ha portato all’indagine di 17 persone per contraffazione e ricettazione, nonché al deferimento di sette persone giuridiche per responsabilità amministrativa dell’ente. I prodotti sequestrati, se immessi sul mercato, avrebbero fruttato ingenti guadagni illeciti, danneggiando sia i marchi originali che i consumatori.

L’organizzazione produceva infatti capi di abbigliamento falsi riproducenti i marchi di alcune delle più importanti case di moda internazionali, tra cui Ralph Lauren, Fred Perry, Dolce e Gabbana, Gucci, Louis Vuitton e molti altri. I capi, se immessi sul mercato, avrebbero fruttato un guadagno di oltre un milione di euro.

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