Qualità dell’aria, nel 2024 inquinamento nei limiti ma permangono criticità: agglomerato Chieti-Pescara sotto osservazione

3 Febbraio 2025
2 minuti di lettura

Il rapporto Arta conferma che la qualità dell’aria in Abruzzo è rimasta entro i limiti di legge per polveri sottili, ozono e biossido di azoto. L’aumento delle temperature ha favorito concentrazioni più elevate di ozono nei mesi estivi, senza però superare i livelli di allerta

Nonostante l’aumento delle temperature e la riduzione delle precipitazioni che hanno caratterizzato i dodici mesi del 2024, la qualità dell’aria in Abruzzo è stata generalmente buona, con alcune criticità che si sono registrate nell’agglomerato Chieti-Pescara. È quanto emerge dal rapporto preliminare stilato dall’Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente (Arta) che, tramite le 16 centraline di monitoraggio dislocate su tutto il territorio regionale, scatta una fotografia sull’andamento delle concentrazioni dei principali inquinanti durante tutto l’arco dello scorso anno.
Il monitoraggio della qualità dell’aria in Abruzzo segue la zonizzazione del D. Lgs. 155/2010, che suddivide il territorio in tre aree: l’agglomerato Chieti-Pescara (280.000 abitanti), la cosiddetta zona a maggiore pressione antropica che comprende le città di L’Aquila, Teramo e altri comuni (760.000 abitanti) e la zona a minore pressione antropica composta da 188 comuni con minore densità abitativa (238.000 abitanti).

I livelli delle polveri sottili (PM10), per tutto l’arco dell’anno passato, non hanno mai raggiunto il valore di 40 microgrammi per metro cubo (μg/m3), limite imposto dalla norma. Si tratta del particolato atmosferico fine, che è il maggior inquinante nelle città, ed è formato da una miscela di particelle solide e liquide di sostanze organiche e inorganiche sospese in aria. A detenere il primato negativo di concentrazione di questo inquinante è Pescara, dove le centraline hanno raggiunto i valori più elevati. Anche nella zona a maggiore pressione antropica si sono verificati superamenti, ovvero a L’Aquila e a Teramo. Resta tuttavia confortante il dato complessivo: il limite di 35 superamenti giornalieri di 50 μg/m3 non è stato mai raggiunto in nessuna stazione di monitoraggio della regione, nonostante frequenti episodi di afflusso di polveri sahariane registrati nel corso dell’anno: un fenomeno che può influenzare il dato complessivo sulla qualità dell’aria.

Ad incidere sulla concentrazione degli inquinanti, in particolar modo dell’ozono, sono state le temperature superiori alla media in tutti i mesi dell’anno. A Pescara, la media annua ha fatto registrare un +2,6°C rispetto al trentennio 1961-1990 e +1,7°C rispetto al periodo 1991-2020. Le anomalie più marcate si sono registrate tra gennaio e marzo e tra luglio e ottobre, con lunghi periodi di stabilità atmosferica dovuti agli anticicloni africani. La ventilazione è rimasta debole o moderata, con un deficit di precipitazioni del 18%, particolarmente evidente nelle aree collinari e costiere.
Ne è scaturito un picco dei valori di Ozono che, a Chieti Scalo, ha persino sforato il tetto imposto dalla norma. Complessivamente, proprio a causa dell’aumento delle temperature, nei mesi estivi sono stati registrati di frequente valori elevati del gas, che si forma in atmosfera a seguito di reazioni chimiche in presenza di forte irraggiamento solare, tali da determinare il superamento del valore di 120 μg/m3 (indicato come valore obiettivo come media massima giornaliera calcolata su 8 ore). Tali superamenti sono risultati comunque in numero inferiore ai 25 imposti dalla norma in tutte le stazioni, fatta eccezione per quella presso Chieti Scalo (centralina denominata “Scuola Antonelli”). Ma non c’è da allarmarsi: nel 2024 non sono stati superati né la soglia di informazione né quella di allarme, i livelli oltre i quali l’esposizione di breve durata può rappresentare un rischio per la salute. Di conseguenza, non si è reso necessario adottare misure straordinarie o diffondere avvisi alla popolazione.

Anche il valore medio annuale del PM2.5, ovvero le polveri sottili con diametro aerodinamico inferiore a 2,5 micrometri, è rimasto sotto il limite di 25 microgrammi per metro cubo in tutta la regione, con livelli più alti nell’agglomerato Chieti-Pescara rispetto alle altre zone della regione. Anche il biossido di azoto ha rispettato il limite di 40 µg/m³, sebbene le centraline da traffico abbiano registrato concentrazioni più elevate, in particolare a Teramo Porta Reale, dove l’inquinamento è influenzato principalmente dal traffico veicolare.
Non destano alcuna preoccupazione, infine, i valori di benzene, monossido di carbonio e anidride solforosa, che sono estremamente bassi su tutto il territorio regionale.

Altro da

Non perdere