«Non si può chiedere ora al governo nazionale e regionale di farsi carico di anni di latitanza dell’amministrazione comunale in tema di ricostruzione post sisma»
TERAMO – La crisi del commercio a Teramo e la desertificazione del centro storico sono ormai sotto gli occhi di tutti. “Finalmente anche il Sindaco si è accorto della gravità della situazione: negozi, locali e attività di ogni tipo stanno chiudendo, lasciando la città in uno stato di abbandono e degrado urbano”. Questo l’attacco rivolto all’amministrazione D’Alberto dal consigliere di opposizione Berardo Rabbuffo.
Per Rabbuffo il centro storico è diventato invivibile e inaccessibile, tra cantieri aperti senza una reale programmazione, mezzi di lavoro, gru e recinzioni che occupano spazi ben oltre il necessario. Le attività commerciali, costrette a sgomberare o a fronteggiare enormi disagi, si trovano ora senza alternative, mentre i cittadini devono districarsi tra stretti e insicuri passaggi. La mancanza di parcheggi, sommata al caos generato dai cantieri, rende il cuore della città praticamente inaccessibile.
Di fronte all’ennesima chiusura di un’attività commerciale, il Sindaco ha reagito dando la colpa al governo nazionale e regionale. “Ma questa situazione non è nata ieri, il declino del commercio e del centro storico affonda le sue radici in problemi ben più ampi: il fallimento del PUMS, l’assenza di programmazione, il trasferimento dal centro di poli di interesse, la questione irrisolta dei parcheggi e il degrado urbano”.
“Il Sindaco ora, a valle di tutto l’inesistente processo di programmazione organizzativa, chiede ristori per i commercianti: ben venga ogni sostegno possibile a chi si trova a dover chiudere la propria impresa, ma non si può chiedere ora al governo nazionale e regionale di farsi carico di anni di latitanza dell’amministrazione comunale in tema di ricostruzione post sisma. La drammatica situazione in cui versano le scuole teramane ne è una triste testimonianza”.
“Le dolorose chiusure di questi ultimi giorni sono il prodotto, quantomeno, di una totale incapacità di programmazione oltre che di una colpevole superficialità, al netto, ovviamente, di scelte sciagurate come quelle relative al Pums, ai parcheggi, al degrado urbano ed urbanistico e così via. Addossare ora, a disastro avvenuto, la responsabilità al governo e alla Regione, invocando ristori che, purtroppo, ove anche fossero leciti e possibili, nulla risolverebbero, è solo ulteriore riprova dell’inadeguatezza di questa amministrazione”.