Giuseppe Ninu, Segretario Regionale del SAPP: «Si prevede un incremento teorico di 72 unità per il personale penitenziario della regione, ma i numeri reali raccontano un’altra storia»
TERAMO – Nonostante le dichiarazioni ottimistiche da parte delle autorità politiche e ministeriali, la storica carenza di organico della Polizia Penitenziaria negli otto istituti detentivi dell’Abruzzo persiste e rischia di peggiorare. A denunciarlo è Giuseppe Ninu, Segretario Regionale del SAPPE. Secondo quanto emerso dal recente incontro tenutosi a Roma presso il Provveditorato regionale, si prevede un incremento teorico di 72 unità per il personale penitenziario della regione, ma i numeri reali raccontano un’altra storia.
Come sottolinea Ninu, l’Abruzzo dovrà innanzitutto sottrarre a questa cifra 20 pensionamenti già avvenuti o previsti entro il 31 dicembre, oltre a considerare i 40 partecipanti al Corso di formazione per Vice Sovrintendenti, che ridurranno ulteriormente il personale disponibile a sole 12 unità effettive. Un esempio emblematico di questa situazione è Sulmona: dei 27 rinforzi annunciati, solo 8 saranno realmente utilizzabili, poiché 4 sono già in prepensionamento, 12 destinati al corso per Vice Sovrintendenti e 3 prossimi al trasferimento.
Ninu critica aspramente le dichiarazioni delle autorità nazionali, definendole “cacofoniche e irritanti”, poiché ciclicamente celebrano interventi che, nella realtà, si rivelano inefficaci e di facciata. “Le autorità sono da tempo a conoscenza della gravità della situazione, ma continuano a proporre soluzioni illusorie che non affrontano concretamente il problema degli organici.”
Il SAPPE ribadisce l’urgenza di un intervento concreto e strutturale per garantire al personale della Polizia Penitenziaria condizioni di lavoro adeguate e per mantenere la sicurezza e l’efficienza degli istituti detentivi abruzzesi. Senza un’azione decisa e responsabile, le problematiche legate alla carenza di organico resteranno irrisolte, mettendo a rischio il sistema penitenziario regionale.