Concessioni demaniali, CNA Balneari chiede risposte alla Regione sull’avviamento d’impresa

24 Gennaio 2025
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CNA Balneari convoca un’assemblea nella sede di Pescara per chiedere un tavolo di coordinamento con la Regione

PESCARA – «Il riconoscimento dell’avviamento d’impresa è necessario per tutelare le piccole attività del settore e la politica deve continuare a sostenere questa battaglia». È il punto di vista di CNA Balneari che ha chiamato a raccolta, oggi a Pescara, i suoi associati abruzzesi per un’assemblea dedicata alla riforma delle concessioni demaniali. L’appello rivolto alla politica è stato raccolto dal sottosegretario alla Presidenza della Regione Abruzzo con delega al Turismo, Daniele D’Amario, che dichiara: «Incontriamoci presto per coordinare la nostra azione, sediamoci intorno a un tavolo per mettere nero su bianco l’agenda delle prossime settimane attorno agli obiettivi da raggiungere».

Con il presidente e il direttore regionale della CNA, Savino Saraceni e Silvio Calice, c’erano la presidente e il coordinatore nazionale di CNA Balneari, Sabina Cardinali e Cristiano Tomei, quest’ultimo ha dettato la linea della confederazione artigiana: «La riforma delle concessioni deve prevedere una definizione sull’equa remunerazione degli investimenti effettuati e già ammortizzati dagli attuali concessionari: si tratta di tener conto della natura di queste imprese, quasi tutte a conduzione familiare. Imprese che rappresentano la spina dorsale di questo sistema: un insieme di investimenti materiali e immateriali realizzati nel lavoro di una vita, cose che dovranno essere considerate nel modo dovuto».

Decisivo, in questo quadro, il rapporto con la politica, invocato dalla presidente Cardinali: «Chiediamo alla politica risposte che spesso sono state solo accennate. Tanti dei tavoli promessi non hanno poi trovato attuazione, mentre i nostri operatori chiedono risposte. Per mantenere un modello turistico, penso soprattutto all’Adriatico, e dunque anche all’Abruzzo, che non si fonda su un turismo di vip, ma su quello delle famiglie. Insomma, vogliamo salvare un modello di imprese familiari destinato alle famiglie».

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