A questi si aggiungono le strutture completamente abusive, non registrate, di cui non si hanno dati precisi
PESCARA – Nonostante l’entrata in vigore del decreto che impone a tutte le unità immobiliari destinate alla locazione turistica di dotarsi del Codice Identificativo Nazionale (CIN), di dispositivi di sicurezza e della Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA), in Abruzzo il 25% delle strutture risulta ancora non in regola. Questo dato è superiore alla media nazionale, che registra un’irregolarità del 20%.
Secondo il Ministero del Turismo, su 10.769 strutture registrate in Abruzzo, solo 8.183 (75%) sono regolari, mentre il restante 25% non ha ancora richiesto il CIN. A livello provinciale, L’Aquila e Pescara registrano rispettivamente il 22% e il 23% di strutture irregolari; Chieti il 22,5%, mentre Teramo è la provincia più in ritardo con il 28% di irregolarità.
“A queste si aggiungono le strutture completamente abusive, non registrate, di cui non si hanno dati precisi”, osserva l’avvocato Gennaro Sposato di Rödl & Partner. I controlli, già in corso in tutta Italia, riguardano sia grandi città che piccoli borghi.
Le sanzioni per le irregolarità sono significative: fino a 8mila euro per l’assenza del CIN, da 500 a 5mila euro per la mancata esposizione del codice, e fino a 6mila euro per la mancanza di estintori o rilevatori obbligatori. Ulteriori violazioni dei requisiti di sicurezza saranno punite secondo le normative regionali o statali.