La montagna e i suoi rischi: i consigli degli esperti su come affrontare le escursioni sul Gran Sasso in sicurezza

12 Gennaio 2025
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foto di Domenico Totani

Domenico Totani, guida alpina, maestro di alpinismo e tecnico di elisoccorso: “Il rischio zero non esiste, ogni volta che si organizza un’uscita in montagna bisogna tenerlo presente e fare una valutazione quanto più oggettiva delle proprie capacità”

L’AQUILA – “L’Abruzzo ha al suo centro non una città, ma una montagna, una grande, bellissima, terribile montagna, il Gran Sasso. Non badate ai metri dell’altezza, il Gran Sasso è di schiatta araldica, montagna di gran razza, di quelle che collochiamo con gli dei”: diceva il giornalista milanese Giorgio Manganelli del Gran Sasso.

Come riportato dalla Protezione Civile, in Abruzzo si verificano ogni anno oltre 250 incidenti in montagna. Il bilancio di quelli fatali si è raddoppiato dal 2023, raggiungendo quota 12 vittime nel 2024. Nonostante ciò, la montagna rimane luogo di indubbia bellezza naturalistica, preferita da molti per sport, tempo libero e passione.

Per capire come poter godere al meglio le nostre montagne, Abruzzo Speciale ha raggiunto la guida alpina, nonché maestro di alpinismo, Domenico Totani. Trentacinquenne aquilano innamorato della montagna, Totani è anche istruttore regionale tecnico alpino (Irtec). Insieme alla guida alpina Marco Zaffiri e all’aspirante guida alpina Matteo Alberto Berretti, Totani fa parte della Scuola di Montagna Mountain Evolution, di base nel capoluogo abruzzese. Attivo dal 2018 come tecnico di elisoccorso in Abruzzo, Domenico è inoltre specializzando al secondo anno della Scuola di specializzazione di Anestesia e Rianimazione presso l’Ospedale San Salvatore dell’Aquila.

“Il rischio zero non esiste, ogni volta che si organizza un’uscita in montagna bisogna tenerlo presente e fare una valutazione quanto più oggettiva delle proprie capacità e, nel caso di una guida alpina, di quelle delle persone che si accompagna”, racconta ai nostri microfoni Totani.

Oltre all’importanza di scegliere attività consone alla propria preparazione fisica e vestirsi in maniera adeguata, sono molteplici i fattori che vanno sempre considerati prima di uscire in montagna.

Secondo Totani, i primi tre rischi da considerare sulle nostre alture sono “il meteo, i pericoli oggettivi del luogo in cui mi reco e la stagione”.

“Sulle nostre montagne non abbiamo il rischio del ‘mal di montagna’, ovvero del malessere dall’altitudine – continua Totani – tuttavia abbiamo particolari condizioni meteorologiche, dovute anche alla vicinanza del mare. Poi bisogna mettere in conto i pericoli oggettivi della zona che ci stiamo accingendo a frequentare, come un terreno specifico o dei crolli, piuttosto che un cattivo stato dell’attrezzatura del luogo, come una ferrata che ha ricevuto scarsa motivazione”.

Appena nevica, invece, bisogna regolarsi su “tutte le problematiche legate al terreno innevato, quindi lo stato del manto nevoso, il rischio valanghe o un percorso di trekking normale, come quello del Corno Grande, che diventa pericoloso con il terreno innevato o ghiacciato per l’alto rischio di scivolare. Sebbene il Corno Grande possa essere un’uscita di trekking con scarsissime difficoltà, appena nevica diventa molto pericolosa”.

A maggior ragione in inverno, inoltre, bisogna tenere conto delle condizioni del manto nevoso in base all’orario della giornata. Come sottolinea Totani, “in inverno, con la neve, la pericolosità di un pendio può cambiare nel corso della giornata. Ad esempio, può essere importante attraversare una determina zona entro un certo orario e non più tardi quando magari la temperatura più elevata ci sfavorirebbe dal punto di vista del pericolo”.

Specifica l’esperto: “Tutti e tre i rischi poggiano sulla base della nostra preparazione fisica. Se ad esempio devo scendere il Canale Iannetta, sul versante est del Gran Sasso, dove so che possono esserci dei crolli, se mi muovo con determinate caratteristiche di velocità e scelta del percorso, con delle scelte di microtraccia di un certo tipo, cambiano le probabilità di esposizione a determinati eventi. Per quanto riguarda l’esposizione alle cosiddette ‘scariche’, ovvero i crolli di pietre che possono colpire chiunque si trovi su certi percorsi, lo stesso discorso vale in inverno”.

E anche dopo aver seguito scrupolosamente i consigli degli esperti, bisogna considerare che il rischio, in montagna, c’è sempre. “Purtroppo alcuni degli esiti tragici che si verificano in montagna non possono essere riconducibili a nessun errore di valutazione da parte della vittima – continua Totani – nel corso della mia attività come tecnico di elisoccorso mi è capitato di partecipare a interventi di qualsiasi tipo, alcuni dei quali, purtroppo, sono potuti consistere solo nel recupero delle salme”.

A prescindere dalla tragicità e dalla banalità di alcune tristissime concatenazioni di eventi, “bisogna sempre avere rispetto delle vittime. Purtroppo, tutti possiamo commettere errori banali in montagna. Non dobbiamo mai mancare di rispetto a chi ha un incidente”, dice Totani.

Per ridurre il più possibile l’esposizione ai numerosi rischi montani e godersi più serenamente la bellezza unica dei paesaggi che solo dalle vette delle nostre alture sono godibili, rivolgersi ad una guida alpina potrebbe essere l’opzione migliore.

Addette a calibrare le caratteristiche del percorso sulle capacità dei clienti, le guide alpine sono esperte del territorio in cui si muovono. “Attraverso il Collegio regionale delle Guide Alpine d’Abruzzo è possibile avere un elenco completo dei professionisti attivi sulle nostre montagne. Se invece si vuole esplorare altre alture, basta consultare i Collegi regionali della regione d’interesse”, consiglia Domenico.

“La montagna è un mondo bellissimo, un modo per vivere al meglio il proprio tempo libero, vivere esperienze uniche, anche allungare la propria vita – chiosa Totani – ma per assaporarla c’è bisogno di una cultura della montagna, fatta di consapevolezze, assunzioni di responsabilità, accettazione e valutazione dei rischi”.

foto di Domenico Totani

Per chiunque abbia voglia di lanciarsi alla scoperta degli scorci mozzafiato che solo le nostre montagne regalano, la ciaspolata alla volta di Monte Cagno, che da 2153 metri d’altezza si affaccia sull’Aquila, potrebbe essere l’occasione giusta per affidarsi ad una guida alpina. L’appuntamento per la partenza è da Campo Felice alle ore 9 del mattino. Organizzata da Mountain Evolution, l’escursione “è considerata di medio impegno. Può diventare più “impegnativa” toccando la cima di Monte Ocre – si legge sul sito della Scuola di Montagna – e richiede un medio allenamento alla camminata in montagna”. Il costo dell’esperienza è di 25 euro a persona. Per ulteriori informazioni è possibile contattare direttamente la scuola tramite i canali social o il portale web.

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