Cimitero Francavilla al Mare, processo per ampliamento: reati prescritti

8 Gennaio 2025
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Per i fatti che risalgono al 2013, il Tribunale di Chieti ha chiuso il processo relativo alla gara d’appalto per l’ampliamento del cimitero comunale

FRANCAVILLA AL MARE – Il Tribunale di Chieti ha chiuso il processo per la gara d’appalto per l’ampliamento del cimitero comunale di Francavilla al Mare dichiarando estinto per prescrizione il reato di turbata libertà degli incanti. I fatti risalgono al 2013 e riguardano una vicenda che ha coinvolto figure di rilievo dell’amministrazione locale e regionale. Per i reati di associazione a delinquere e falso ideologico, invece, il tribunale ha emesso una sentenza di assoluzione con la formula “perché il fatto non sussiste”.

Gli imputati erano sette. Tra questi Antonio Giordano, deceduto nel corso del processo, per il quale il reato è stato dichiarato estinto. Gli altri coinvolti erano Antonio Sorgi, all’epoca direttore regionale della Presidenza della Regione Abruzzo e amministratore di fatto della società L.T. Progetti srl; Giovanni Vaccarini, direttore tecnico e titolare della società Sincretica srl; Antonio Di Ferdinando, direttore tecnico della società Di Ferdinando Michele Costruzioni Generali srl, attiva nel Consorzio “Finanza e Progetti”; Roberto Olivieri, dirigente del settore attività produttive del Comune di Francavilla e presidente della commissione di gara; Antonio Forese, dirigente del settore risorse finanziarie del Comune di Francavilla e della Provincia di Pescara; e Graziano Cialfi, responsabile del servizio urbanistica ed edilizia del Comune di Francavilla e membro della commissione di gara.

Secondo l’accusa, la gara sarebbe stata manipolata per aggiudicarla al Consorzio. Il pubblico ministero Giuseppe Falasca aveva richiesto la prescrizione per il reato di turbativa d’asta, contestato a tutti gli imputati, e l’assoluzione per l’accusa di associazione a delinquere a carico di Sorgi, Giordano, Vaccarini e Di Ferdinando. Per il reato di falso ideologico, il pm aveva invece proposto una condanna a tre anni per Olivieri, Cialfi e Forese.

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