Dopo Vasto, un’altra città della provincia di Chieti ha ottenuto il riconoscimento assegnato ai Comuni che incentivano l’accesso alla cultura
FRANCAVILLA AL MARE – Il Comune di Francavilla al Mare ha ottenuto nuovamente il titolo di “Città che legge” per il triennio 2024-2026, un riconoscimento assegnato dal Centro per il Libro e la Lettura (Cepell), organismo del Ministero della Cultura. Dopo il Comune di Vasto, dunque, un’altra città del Chietino può vantare questo prestigioso titolo.
La qualifica è il risultato di un intenso lavoro portato avanti dall’Amministrazione comunale, guidata dalla sindaca Luisa Russo, attraverso iniziative che hanno fatto di Francavilla un punto di riferimento culturale. Tra queste spicca il Festival di SquiLibri, diretto da Peppe Millanta, che si prepara alla sua quarta edizione, organizzato in collaborazione con la scuola Macondo di Pescara. Altre attività di rilievo includono i progetti di Libridine, volti a creare una connessione diretta tra i cittadini e il mondo dei libri, coinvolgendo scuole, biblioteche, librerie e musei, oltre che il territorio stesso attraverso passeggiate letterarie, corsi tematici e letture collettive proposte in spazi non convenzionali, come fermate degli autobus e mezzi pubblici.
Le iniziative culturali di Francavilla non si limitano a consolidare le risorse locali, ma mirano a costruire una rete più ampia di relazioni culturali con altri territori. Il riconoscimento di “Città che legge” viene infatti assegnato ai Comuni che si distinguono per politiche attive e programmi volti a incentivare l’accesso ai libri e alla cultura, sia attraverso eventi pubblici che mediante la creazione di nuove opportunità di fruizione culturale.
Cristina Rapino, assessora alla Cultura, ha espresso grande soddisfazione per il risultato raggiunto, sottolineando come sia frutto di uno sforzo collettivo che coinvolge scuole, associazioni e istituzioni locali: “Francavilla al Mare crede nella cultura, e questa qualifica ne è la testimonianza: anche per il futuro miriamo a soddisfare il bene collettivo e a mettere in pratica una politica di inclusione che solo con la cultura possiamo sviluppare”.