Il processo dovrà svolgersi davanti al giudice penale monocratico, anziché di fronte all’attuale giudice dell’udienza preliminare. Le associazioni in sit-in chiedono giustizia
AVEZZANO – Rinviato il processo sull’uccisione dell’orsa Amarena che, poco più di un anno fa, commosse e suscitò un’ondata di indignazione in tutto il Paese. Il procedimento, che coinvolge Andrea Leombruni, il 58enne di San Benedetto dei Marsi (L’Aquila), accusato dell’uccisione a colpi di fucile dell’orso simbolo di un’intera regione, subirà una battuta d’arresto a causa di un vizio procedurale: il reato contestato non era di competenza del giudice per le udienze preliminari, come inizialmente ritenuto, ma del giudice monocratico. Con la conseguenza che sarà tutto da rifare, a cominciare dalla citazione a giudizio di Leombruni, difeso dall’avvocato Berardino Terra, che dovrà essere riformulata nei prossimi giorni.
Questa mattina, poco prima dell’udienza, davanti al Tribunale di Avezzano si è tenuto un sit-in delle associazioni animaliste e ambientaliste, una quarantina, che si sono costituite parte civile, insieme al Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e al Parco regionale Sirente Velino, oltre che alla Regione Abruzzo, come preannunciato dal presidente, Marco Marsilio. Parte civile nel processo per l’uccisione di Amarena anche il Comune di Villalago (L’Aquila). L’avvocato Domenico Ciancarelli, che difende l’ente pubblico, ha sostenuto che l’orsa Amarena è stata oggetto di tutela del patrimonio ambientale del Comune e che nei suoi confronti l’ente ha attuato una serie di misure di protezione. Per questo Ciancarelli ha richiesto la condanna dell’imputato al risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali. Leombruni è accusato di uccisione di animale e di aver agito con l’aggravante della crudeltà, data dall’assenza di una valida motivazione.
“Ora auspichiamo la rapida fissazione della data di avvio del processo”, commentano Lav, Lipu, Lndc, Salviamo l’orso, Rewilding Apennines e Wwf, “e che si arrivi a una sentenza di condanna che sia di esempio per tutti coloro che ancora ritengono lecito farsi giustizia da sé in tutti quei casi in cui le attività umane entrano in conflitto con gli animali selvatici.”
L’orsa Amarena, uno dei simboli del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (Pnalm), fu uccisa a fucilate nella notte del 31 agosto 2023, nonostante non avesse mai avuto atteggiamenti aggressivi nei confronti degli esseri umani, alla periferia di San Benedetto dei Marsi. L’autore del reato era stato subito identificato. La perizia balistica sul fucile, disposta dalla Procura, aveva confermato come il 58enne aveva sparato per uccidere, non per errore o per spaventare l’animale.