Francavilla al Mare, al MuMi il convegno “D’Annunzio Calvino e il premio Michetti: dalle città del silenzio alle città invisibili”

16 Dicembre 2024
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L’evento incentrato sul dialogo ideale tra le “città del silenzio” di Gabriele D’Annunzio e le “città invisibili” di Italo Calvino

FRANCAVILLA AL MARE – Sabato 14 dicembre, si è tenuto al MuMi di Francavilla al Mare il convegno dal titolo D’Annunzio Calvino e il premio Michetti: dalle città del silenzio alle città invisibili grazie al sostegno del consiglio regionale dell’Abruzzo. Un’occasione unica incentrata sul dialogo ideale tra le “città del silenzio” di Gabriele D’Annunzio e le “città invisibili” di Italo Calvino, omaggio a due grandi della letteratura italiana e internazionale.

Tra i relatori Andrea Lombardinilo, presidente della Fondazione Michetti, Simone Ciglia, curatore del premio Michetti 75, Nunzio Giustozzi, coordinatore scientifico della mostra romana Favoloso Calvino. Ha moderato l’evento Paolo Bozzacchi, codirettore di The Watcher Post.

“È un incontro molto interessante legato all’arte ed è forse il tema che abbiamo affrontato anche la scorsa estate durante il premio Michetti in cui si è parlato di mettere insieme l’arte in tutte le sue forme, un po’ come accadeva nel cenacolo michettiano”, ha detto la sindaca di Francavilla al Mare Luisa Russo.

L’incontro, organizzato in occasione dei 75 anni del Premio Michetti, il più antico riconoscimento artistico dopo la Biennale di Venezia, ha offerto un’opportunità per esplorare i legami tra letteratura e arte, memoria e visione, simboli e scrittura.

“L’idea nasce per condividere un momento di studio, un momento di riflessione partendo dall’ultima edizione del premio Michetti curata da Simone Ciglia che ha avuto un grande successo. Siamo partiti da Calvino e dalle Lezioni americane per poi fare un passo indietro all’interno dello spazio delle figure, tema che ha caratterizzato l’edizione del 2022 curata da Nunzio Giustozzi. Vogliamo riflettere sulla configurazione, sulla trasfigurazione dello spazio urbano che può essere uno spazio antico, moderno, rinascimentale, contemporaneo, suburbano o metropolitano”, ha aggiunto il presidente della Fondazione Michetti Andrea Lombardinilo.

Il convegno ha tracciato i confini testuali e intellettuali delle “Città invisibili” di Calvino, includendo Urbino tra le “città del silenzio” dannunziane. Relatori esperti hanno offerto una narrazione ispirata alle metafore delle città silenti e invisibili, esplorando l’opera di due tra i più importanti scrittori italiani ed europei. L’evento si è contraddistinto per una strategia comunicativa capace di fondere alta letteratura e sperimentazione artistica. Inoltre, è stato approfondito il modo in cui immagini e parole si intrecciano per raccontare storie che rivelano le città invisibili, dimostrando come queste possano essere osservate e interpretate attraverso narrazioni artistiche.

“La sfida era fare una mostra di storia dell’arte ed essere letteraria al tempo stesso. Per parlare delle città invisibili bisogna partire dalle città visibili, le città che Calvino ha vissuto. Per ogni città ho scelto un colore che potesse rappresentarla al meglio: per Roma l’ocra dei palazzi straordinari, per New York il rosso dei fabbricati, per Parigi il verde e per Torino il grigio delle macchine”, ha spiegato Nunzio Giustozzi, coordinatore scientifico della mostra romana Favoloso Calvino.

Il pensiero di Calvino si concentra sulla visione e sulla percezione dello spazio, inteso non solo come luoghi concreti della sua esperienza, ma anche come dimensioni immaginarie. Lo scrittore esplora spazi reali, nati dalle sue esperienze, ma anche universi fantastici e simbolici, estendendo la sua riflessione a concetti più vasti come il cosmo e gli spazi evocati dall’arte. Calvino si lasciava talmente coinvolgere da assumere la capacità di guardare e di vedere oltre.

“Italo Calvino è stato il punto di partenza del premio Michetti 75. Ho voluto fare un’operazione di traduzione del discorso letterario di Calvino in ipotesi di traduzione nel campo degli artisti. Uno dei suoi ultimi impegni, che purtroppo non ha portato a termine a causa della sua morte, consisteva in un ciclo di lezioni che era stato invitato a tenere ad Harvard dedicate a sei concetti per il prossimo millennio. L’idea era quella di portare con sé alcuni dei concetti fondamentali come leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità, molteplicità e coerenza per comprendere la complessità del presente”, ha detto Simone Ciglia, curatore dell’ultima edizione del premio Michetti dedicato proprio a Italo Calvino e alle sue Lezioni americane.

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