L’attacco per la mancata applicazione del comma 7 dell’articolo 147 del Regolamento Consiliare in relazione al mancato esame preliminare del Bilancio di previsione da parte della Commissione
L’AQUILA – “Oramai Lorenzo Sospiri ha smesso i panni del Presidente del Consiglio Regionale, una figura terza che dovrebbe garantire il corretto svolgimento dei lavori in Aula, per vestire quelli del capo politico del centrodestra che gestisce i lavori dell’Assise nel solo interesse della sua maggioranza”.
Così in una nota il consigliere regionale del Pd e Presidente della Commissione Vigilanza, Sandro Mariani, che all’indomani della seduta di Consiglio regionale ha puntato il dito contro il presidente dell’Assemblea, reo a suo avviso di aver “permesso al centrodestra di votare il Bilancio di previsione del Consiglio senza che il testo fosse stato esaminato dalla Vigilanza al solo fine di accelerare i tempi, ormai stretti, per l’approvazione del Bilancio stesso”.
Duro l’attacco dell’esponente dem secondo cui il presidente del Consiglio regionale forzista avrebbe vietato “l’esame del Bilancio di previsione in Vigilanza in totale spregio al regolamento del Consiglio Regionale svestendo i panni dell’arbitro per diventare il ‘Ras’ del centrodestra”.
Mariani evidenzia il mancato rispetto delle regole procedurali, criticando aspramente la mancata applicazione del comma 7 dell’articolo 147 del Regolamento Consiliare. “Più volte – ha tuonato il dem – ho chiesto in Aula, essendo il Bilancio di previsione al Consiglio Regionale un atto deliberato dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio stesso, che questo dovesse essere prima esaminato dalla Commissione Vigilanza trattandosi di un atto contabile e come tale soggetto al vaglio della stessa e poi portato in Consiglio – prosegue Mariani – il Presidente Sospiri ha invece ritenuto di non doverlo fare e di non applicare questa norma regolamentare dandole tutta un’altra lettura e assumendosene la responsabilità dinanzi all’Assise!”.
Il presidente del Consiglio, confermato per il secondo mandato dopo la vittoria e la storica conferma del centrodestra alle elezioni del 10 marzo scorso, contrariamente a quanto accaduto nel prima consiliatura, è stato votato dalla sola maggioranza senza un suffragio più largo, e questo per la prima volta nella elezioni di un presidente del Consiglio abruzzese.