Scoperta un’associazione a delinquere nel pescarese: 9 indagati per truffa ai danni dello Stato e riciclaggio di 12 milioni di euro di fondi Covid
PESCARA – Va a segno l’operazione del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Pescara, denominata “Break even”, con sequestri per 12 milioni di euro e perquisizioni nei confronti di un’associazione a delinquere radicata nella provincia di Pescara, che eseguiva frodi e truffe ai danni dello Stato e riciclaggio. In particolare l’attività comprendeva l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, illecita somministrazione di manodopera, truffa ai danni dello Stato per indebita percezione di contributi pubblici legati all’emergenza da Covid-19, intestazione fraudolenta di valori, autoriciclaggio, riciclaggio e reimpiego di capitali illeciti.
Secondo gli investigatori, ad aver messo in piedi il sistema è una famiglia imprenditoriale pescarese insieme ad un commercialista del chietino. I componenti del gruppo utilizzavano le fatture emesse da società cartiere, imprese che emettono fatture di operazioni mai fatte proprio al fine di farle utilizzare a imprese produttive per evasione fiscale. Lo schema prevedeva che società, gestite dal dominus dell’associazione, assumessero gli stessi dipendenti e operassero per breve tempo, mantenendo rapporti con controparti legate al sodalizio criminale. Le società che hanno usato fatture false hanno ridotto il carico fiscale, eludendo le imposte e accedendo ai contributi emergenziali Covid-19 destinati alle imprese in difficoltà.