Il collegio difensivo del Mo.Te conferma il ricorso in appello mentre l’amministratore Di Cesare sollecita sulla fusione con la Te.Am
TERAMO – Si chiude con una condanna in primo grado l’inchiesta sull’utilizzo improprio di fondi regionali da parte della società pubblica Mo.Te e del suo ex amministratore, Ermanno Ruscitti. Entrambi avevano scelto il rito abbreviato per affrontare le accuse rispettivamente di responsabilità amministrativa e malversazione di erogazioni pubbliche. Il giudice Lorenzo Prudenzano ha emesso una sentenza che condanna Ruscitti a due mesi e venti giorni di reclusione e la Mo.Te al pagamento di 100 quote, ciascuna del valore di 100 euro.
Per l’ex amministratore il pubblico ministero Stefano Giovagnoni aveva proposto una condanna a quattro mesi. La sentenza prevede anche la confisca dei beni sequestrati, confermando una precedente decisione della Cassazione che aveva accolto il ricorso della Procura contro il dissequestro disposto dal Tribunale del Riesame.
L’avvocato Sergio Della Rocca, parte del collegio difensivo di Mo.Te, ha commentato: «È una pronuncia che non può essere condivisa. La società ha previsto all’interno della composizione negoziata la realizzazione della piattaforma ecologica e dispone di un modello organizzativo implementato e conforme agli orientamenti più recenti della Cassazione. Attendiamo le motivazioni della sentenza, ma sin d’ora possiamo confermare l’intenzione di ricorrere in appello».
L’inchiesta è partita dalle indagini della Guardia di Finanza, coordinate dalla Procura di Teramo, che hanno rivelato che circa 700mila euro di un finanziamento regionale da un milione di euro, destinato alla costruzione di una piattaforma ecologica, erano stati invece utilizzati per ripianare debiti pregressi e pagare stipendi. La difesa ha presentato documentazione che attestava una proroga concessa dalla Regione fino al 31 agosto 2025 per completare il progetto, ma questa circostanza non è bastata a evitare la condanna.
Anche l’Amministratore Unico di Mo.Te, Ivan Di Cesare, ha ribadito il rispetto per la sentenza e la fiducia nell’appello. «L’operatività della società e i pagamenti ai dipendenti e fornitori sono garantiti. Questa decisione, seppur sorprendente, non cambia il percorso di risanamento già avviato». La Mo.Te, società pubblica con il Comune di Teramo come azionista di maggioranza, si trova al centro di un delicato processo di risanamento e fusione con Teramo Ambiente. Di Cesare ha sottolineato l’urgenza di accelerare il progetto di aggregazione, considerato cruciale per il buon esito della composizione negoziata: «I margini di manovra sono sempre più stretti. Abbiamo bisogno di un’accelerazione per concretizzare questa fusione».