Rossi (Cospa) sulla delibera per il prelievo di 469 cervi, se sarà bocciata dal Consiglio di Stato sarà messo in discussione il Piano faunistico che sarà tutto dà rivedere
L’AQUILA – “A differenza dell’Abruzzo, a Trento nel Parco dello Stelvio dal 7 novembre partirà l’abbattimento di altri 180 cervi, dopo i 171 dello scorso anno. L’obiettivo è ridurre gli squilibri ecologici e i danni alle attività umane”. Così Dino Rossi, presidente del Cospa Abruzzo, critico sull’opposizione degli animalisti alla delibera di Giunta regionale che disponeva l’abbattimento di 469 cervi in provincia dell’Aquila, ma fuori delle aree protette e delle zone contigue. Delibera sospesa, momentaneamente dal Consiglio di Stato, per valutare e decidere sulla questione che sta tanto a cuore ad ambientalisti e animalisti.
“I cinghiali, che sottolineo sono onnivori, si sono organizzati in grossi branchi per difendersi dai lupi. Addirittura, si sono spinti nelle città perché si sentono più protetti – ha aggiunto Rossi – I lupi cercano di non avvicinarsi troppo alle città perché sono un po’ diffidenti però anche in Abruzzo si registrano diversi casi di lupi che aggrediscono i bambini, considerati come prede, un caso tra tutti quello di Vasto dello scorso anno”, ha sottolineato il coordinatore del Cospa.
“Non sembra che i lupi abbiano diminuito la popolazione di cervi. Anzi questi ultimi sono aumentati a dismisura e i Parchi nazionali della Maiella, d’Abruzzo, Lazio e Molise e del Gran Sasso non hanno fornito dati sui censimenti dei cervi, ma le immagini di questi video, realizzati da alcuni escursionisti, parlano da sole e mostrano la gravità del fenomeno – ha concluso Rossi – Attendiamo con ansia la decisione del Consiglio di Stato e se darà parere negativo alla delibera di Giunta regionale, che prevedeva il prelievo di 469 cervi, allora sarà messo in discussione tutto il Piano faunistico che, dunque, sarà da rivedere”.