Nella lettera si chiede al Presidente di ripristinare “una situazione di legalità e venga garantito il diritto allo studio, alla sicurezza e al lavoro per tutti”
TERAMO – Con la chiusura improvvisa del Convitto “Melchiorre Delfico” di Teramo disposta dalla magistratura e la necessità di riorganizzare le attività per oltre 1000 studenti in altre sedi, il personale scolastico del Convitto Nazionale “Melchiorre Delfico” e dell’IIS “Delfico-Montauti” si è rivolto direttamente al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, attraverso una lettera aperta, per richiamare l’attenzione sulla grave situazione e per chiedere un intervento urgente in difesa del diritto allo studio.
Nella lettera si legge come il provvedimento di sequestro cautelare, richiesto dalla Procura di Teramo e confermato in appello dal Tribunale il 3 ottobre 2024, abbia di fatto interrotto le lezioni e disperso studenti e personale in diverse strutture, allestite in emergenza per proseguire le attività. “Da quel momento, le lezioni sono state interrotte, privando gli studenti del loro diritto fondamentale allo studio e impedendo al personale scolastico di svolgere le proprie attività professionali”, si legge nel documento inviato a Mattarella.
Gli studenti convittori, tradizionalmente accolti nella residenza scolastica, sono stati trasferiti temporaneamente in un hotel, con copertura dei costi solo per il primo mese. La situazione è critica anche per gli studenti del Liceo Coreutico, privi di spazi adeguati per le attività di danza, che considerano essenziali per il loro percorso scolastico: “Gli alunni del Liceo Coreutico sono stati privati delle aule danza, necessarie per svolgere le attività coreutiche, cosa che compromette seriamente il loro percorso formativo”.
A complicare ulteriormente il quadro, le lezioni pomeridiane sono state ridotte a sessioni di 35 minuti, con un orario che rende difficile per gli studenti conciliare gli impegni scolastici con le attività extrascolastiche. Gli alunni del Liceo Classico Europeo, si legge, “seguono sei unità orarie da 35 minuti al giorno, dal lunedì al venerdì, insufficienti a garantire il monte ore obbligatorio del curricolo”.
La dispersione delle classi e la mancanza di continuità negli spazi educativi rappresentano un ulteriore problema per l’intero personale e per gli studenti con bisogni educativi speciali (BES), che hanno necessità di un ambiente scolastico stabile e regolare: “Un ulteriore elemento di preoccupazione riguarda gli studenti con bisogni educativi speciali, che risentono particolarmente del cambiamento dell’orario e delle modalità didattiche attuali”.
A quasi un mese dalla chiusura, senza alcuna soluzione concreta in vista, il personale e le famiglie chiedono un intervento del Presidente Mattarella, affinché “si possa considerare il male minore e il bene comune, che coincide con la tempestiva riapertura del nostro Istituto”, garantendo a studenti e personale un ambiente sicuro per il regolare svolgimento delle attività didattiche.