La manifestazione dei NoG7 a Pescara per ‘disertare la guerra’ ha animato il centro del capoluogo adriatico senza tensioni
PESCARA – I manifestanti del corteo Nog7, dalla Madonnina, all’ingresso al Ponte ciclopedonale sul mare, hanno attraversato il Lungomare e girato su via Ravenna, poi verso l’area della stazione centrale delle ferrovie per raggiungere piazza Salotto per il comizio finale. Un lungo giro, per riappropriarsi della città che in questi 3 giorni ha accolto i grandi della terra riuniti all’Aurum, ma anche alla Prefettura e a Palazzo di città, per discutere di sviluppo economico e di nuove tecnologie, anche con il B7, di aiuti alle popolazioni civili, vaccini ai bambini di Gaza e dell’Africa. Oltre 1.500 unità di forze dell’ordine schierate.
È stata espressa solidarietà, dagli attivisti, anche al popolo kurdo. “Siamo contro la guerra e il G7 e contro chi finanzia le armi, vogliamo cambiare i rapporti di forza, siamo contro l’autonomia differenziata e le riforme che tolgono potere ai Parlamenti”, hanno dichiarato i manifestanti chiedendo ‘giustizia climatica’ dicendo ‘no al fossile’ e cioè all’estrazione di petrolio e gas proponendo in alternativa fonti energetiche il cui consumo non comporti un impatto con l’ambiente. “A Pescara il G7 è costato un milione e 150 mila euro, soldi che si potevano dedicare per sostenere gli indigenti”, ha sottolineato più volte Renato Di Nicola, del Forum h2o, dal furgoncino alla testa del correo. “Abbiamo dedicato tutte le nostre iniziative, di questi giorni, ai 250 mila etiopi che furono gasati con l’Iprite prodotta a Bussi nel periodo della colonizzazione fascista”. L’attivista parla del ‘gas mostarda’, così definito per il suo caratteristico odore, che venne prodotto a Bussi, in val Pescara, assieme ad altre sostanze chimiche, come fosgene e disfogene, in un’area che fu militarizzata nella seconda guerra mondiale. Se ne producevano di Iorite, ogni giorno, circa 10 tonnellate, ma l’uso bellico del gas mistarda era vietato dal 1920 grazie al Protocollo di Ginevra.
Tra i promotori della manifestazione Cgil, Anpi, Forum acqua, Rifondazione, Cobas, Radici in comune, Coordinamento disarmare la pace e Vera sinistra.
Bandiere e striscioni con gli universitari dell’Unione studenti e gli ambientalisti, tra questi anche quelli che hanno detto ‘no’ alle piattaforme petrolifere e agli stoccaggi di gas sulla Costa dei Trabocchi e a Bomba, una delegazione di attivisti peligni che si oppongono alla realizzazione del gasdotto e della centrale di spinta Snam a Sulmona, nell’aquilano.
Oltre mille i partecipanti e a piazza della Rinascita, all’arrivo, una bandiera della Palestina, lunga una ventina di metri, è stata stesa sul selciato per ‘disarmare la pace e disertare la guerra’.