L’indagine sulla qualità dell’aria dà responsi confortanti per la popolazione. Il monitoraggio è stato eseguito nell’area della discarica Cogesa di Sulmona dall’Agenzia regionale per la tutela ambientale
SULMONA – Non è stato rilevato alcun superamento dei limiti di legge relativi alla qualità dell’aria. A confermarlo è l’Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente, Arta, dopo la campagna di monitoraggio svolta dal 9 luglio al 29 agosto di quest’anno a Sulmona, in località Noce Mattei, nei pressi dell’impianto di trattamento meccanico biologico e smaltimento rifiuti della Cogesa di Sulmona. I dati, riportati nella relazione che Arta Abruzzo ha inviato al Comune di Sulmona, indicano che i livelli di particolato aerodisperso, composti organici volatili (Cov) e benzo(a)pirene, monitorati durante il periodo, risultano conformi agli standard normativi, senza evidenziare criticità ambientali.
Per quanto concerne la fluttuazione delle concentrazioni dei composti organici volatili totali (Tvoc), l’andamento dei livelli, monitorati tramite rivelatori a fotoionizzazione in un’area comunale vicina all’impianto, hanno evidenziato dinamiche meteorologiche responsabili di temporanei innalzamenti delle concentrazioni. Ciò avviene in corrispondenza di cali di temperatura atmosferica, ovvero allorquando diminuisce il contributo della radiazione solare (es. cielo coperto e pioggia) e si riduce l’altezza dello strato di rimescolamento dell’aria. Queste situazioni favoriscono, in particolare, l’aumento di concentrazione di inquinanti emessi a bassa temperatura e privi della spinta dei flussi convogliati (camini industriali). Il monitoraggio non ha mai evidenziato livelli significativi di inquinanti aerodispersi.
I moderati livelli di COV sono stati confermati mediante ricorso al cosiddetto campionamento passivo. A questo scopo sono stati installati 18 campionatori di tipo Radiello in 5 diverse stazioni di prelievo posizionate a ridosso dell’impianto. Dal monitoraggio effettuato, che ha avuto una durata di 20 giorni, è emerso, per i composti organici volatili (Cov), che le concentrazioni rilevate sono risultate inferiori al limite di quantificazione del metodo (circa 300 microgrammi per metro cubo μg/m³).
Per il monitoraggio è stata utilizzata una centralina di campionamento del tipo “OdorPrep”, che permette anche di prelevare campioni di aria quando viene rilevato un evento odoroso, consentendo poi l’analisi dei composti chimici potenzialmente responsabili dei miasmi olfattivi. Anche l’analisi gascromatografica (tecnica di analisi utilizzata per separare, identificare e quantificare i composti presenti in una miscela di sostanze chimiche) del campione prelevato in canister, ha confermato una concentrazione dei singoli composti organici volatili assai contenuta, inferiore o dell’ordine della parte per bilione.
Nello specifico, benché la legislazione sulla Qualità dell’aria (D.Lgs. 155/2010) non fissi limiti di concentrazione per i composti organici totali (Tvoc), i livelli rilevati corrispondono a quelli di un’area rurale e non destano alcuna preoccupazione. Il monitoraggio ha altresì incluso campionamenti di particolato atmosferico eseguiti durante il mese di luglio, con l’obiettivo di analizzare i livelli di polveri fini (PM10) e benzo(a)pirene (BaP) nell’aria. I campionamenti, effettuati tramite una pompa ad alto flusso, hanno rilevato concentrazioni di particolato inferiori ai limiti stabiliti dal D.Lgs. 155/2010 sia per la media giornaliera che per quella annuale.
I livelli di benzo(a)pirene misurati sono risultati significativamente inferiori al limite fissato per la media annuale in 1.0 nanogrammi per metro cubo (ng/m3). Si dimostra, così, la conformità agli standard ambientali anche per questa sostanza, che può derivare da emissioni legate al traffico veicolare e alla combustione di rifiuti. Il campionamento passivo è stato esteso al monitoraggio di ossidi di azoto, ossidi di zolfo e ammoniaca. Per il biossido di azoto, i valori oscillavano tra 1 e 2,2 μg/m³, nettamente inferiori ai limiti stabiliti dalla legislazione italiana per la protezione della salute umana (40 μg/m³ come media annuale e 200 μg/m³ come limite orario per esposizioni a breve termine).
Per quanto riguarda il biossido di zolfo, i valori rilevati variavano da < 0,6 a 5,0 μg/m³, tutti molto al di sotto del limite giornaliero di 125 μg/m³ fissato per la protezione della salute umana.Esito analogo, infine, per l’ammoniaca le cui concentrazioni variavano tra 0 e 1,3 μg/m³, tutte molto inferiori al livello critico suggerito dalle Linee guida dell’OMS di 270 μg/m³.