Cospa: andava impugnato il Piano faunistico non la delibera regionale sul prelievo. Così Dino Rossi, imprenditore agricolo riferendosi alla decisione, presa dalla gIunta d’Abruzzo, di abbattere quasi 500 cervi in provincia dell’Aquila.
L’AQUILA – “Si tratta di una delibera di Giunta regionale con la quale si procede, nell’azione, ad attuare un Piano regionale faunistico, approvato anni fa e definito dall’Istituto superiore per la ricerca e tutela ambientale (Ispra). Alle redazione hanno partecipato anche ambientalisti e animalisti che hanno avuto la possibilità di esprimere un loro parere in tempi non sospetti”. Lo ha dichiarato Dino Rossi, presidente del Cospa Abruzzo, comitato di agricoltori, riferendosi alla decisione del Consiglio di Stato di sospendere temporaneamente la delibera regionale che, dal 14 ottobre, ha previsto il prelievo, da parte di selecontrollori abilitati, di 469 cervi. Per Rossi il Consiglio di Stato confermerà la decisione dell’esecutivo regionale
L’abbattimento è stato previsto solo nell’aquilano e sempre al di fuori dai territori dei parchi e dall’area contigua a quelle protette. “Gli animalisti avrebbero dovuto fare ricorso al Piano faunistico non sulla delibera di giunta che sispone un prelievo – ha aggiunto il coordinatore del Cospa – Ormai il Piano faunstico è legge, si deve rispettare sia da parte dei cacciatori sia da parte degli ambientalisti”.
Un secondo aspetto che Rossi considera è quello economico. Il presidente sottolinea che i ricorsi al giudice amministrativo costano: “Sarebbe ora di far pagare i ricorsi al Tar che non trovano fondamento – ha continuato – Si deve trovare un sistema per bloccare le nascenti associazioni ambientaliste che vogliono solo accaparrarsi il 5 per mille e stare sui giornali e non hanno nulla a che vedere con la protezione degli animali. Inoltre, il cervo non dovrebbe essere proprio protetto visto la sua proliferazione – ha concluso il presidente Cospa – Se il Consiglio di Stato bocciasse la delibera sul prelievo, basata sulle indicazioni del Piano faunistico regionale, implicitamente metterebbe in dubbio la validità del Piano faunistico”.