Il Consiglio regionale dell’Abruzzo ha approvato un maxi emendamento tra le proteste delle opposizioni, con il M5S che ha abbandonato l’aula
L’AQUILA – Consiglio regionale infuocato oggi all’Aquila. Il centrodestra ha approvato un maxi emendamento, definito “una omnibus con contributi discrezionali”, allegato a un progetto di legge per il riconoscimento di alcuni debiti fuori bilancio. La decisione ha suscitato forti proteste da parte delle opposizioni, che hanno abbandonato l’aula.
Il maxi emendamento è stato approvato dalla commissione Bilancio prima della discussione in Consiglio ed è poi approdato in aula. La maggioranza di centrodestra è stata accusata, in particolare dal M5S, di aver inserito emendamenti con il regime di urgenza, senza condivisione e violando accordi presi in conferenza dei capogruppo. In segno di protesta, il M5S e il consigliere del Pd Pierpaolo Pietrucci hanno abbandonato l’aula al momento del voto.
Tra i contributi che hanno creato polemiche, un finanziamento di 5.000 euro per il riconoscimento di Penne come città della sartoria, destinato a un evento per la celebrazione del ruolo di sarto che si terrà a Penne il prossimo 13 novembre. Le opposizioni hanno criticato la maggioranza per approssimazione e disorganizzazione.
Il Consiglio ha anche approvato un contributo di 500.000 euro al Comune di Pescara per l’organizzazione del G7, in programma dal 22 al 24 ottobre. Il consigliere pentastellato Erika Alessandrini ha chiesto l’intervento dell’assessore regionale al Bilancio Mario Quaglieri, assente ai lavori, ma il presidente del consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, ha difeso le posizioni della maggioranza per la presenza in aula del presidente della Giunta regionale, Marco Marsilio.
Il capogruppo del M5S, Francesco Taglieri, ha denunciato che il maxi emendamento è “una omnibus immorale” che genererà altri debiti fuori bilancio. Il consigliere regionale di Azione Enio Pavone ha contestato il metodo, lamentando la mancanza di tempo per conoscere gli emendamenti.
L’assemblea ha rinviato le nomine dei Cda negli enti partecipati alla Regione, scaduti il 7 ottobre, per il mancato accordo nella maggioranza di centrodestra.