“La situazione è preoccupante, serve una soluzione che rimetta i cittadini al centro dell’azione”, spiega il presidente Diego Ferrara e i membri del comitato ristretto Giulio Borrelli, Massimo Tiberini e Agostino Chieffo
ATESSA – Si è svolto ad Atessa un incontro promosso dal comitato ristretto dei sindaci, coinvolgendo tutti i primi cittadini della provincia di Chieti per discutere la critica situazione della sanità territoriale. L’incontro è stato organizzato in risposta alle “proposte di razionalizzazione” avanzate dai vertici della ASL 2 e alla mancanza di approvazione del piano da parte del Consiglio regionale. All’assemblea hanno partecipato rappresentanti politici di diverse appartenenze, sindacati e membri della Commissione regionale Sanità, per affrontare il problema in modo trasparente.
Il presidente del Comitato Diego Ferrara (sindaco di Chieti), insieme ai membri Giulio Borrelli, Massimo Tiberini e Agostino Chieffo, sindaci di Atessa, Casoli e Gissi, ha sottolineato l’urgenza di un “cambio di passo” nella gestione della sanità provinciale. Il crescente disavanzo della ASL 2, che è passato da 13,7 milioni di euro nel 2019 a circa 61-67 milioni nel 2024, ha destato grande preoccupazione. A questo si aggiunge l’esplosione della spesa per la mobilità passiva, ovvero i fondi che la Regione Abruzzo ha pagato ad altre regioni per curare i propri cittadini, che ha raggiunto i 138 milioni di euro nel 2023.
Durante l’incontro, il comitato ha evidenziato il peggioramento della situazione sanitaria, con una riduzione delle prestazioni sanitarie negli ospedali della provincia e un calo generale dei livelli di assistenza. Gli ospedali di Ortona, Atessa, Lanciano, Sulmona e altri hanno registrato riduzioni significative delle prestazioni, con l’Abruzzo che ora detiene il peggior differenziale d’Italia nei livelli essenziali di assistenza dal 2021 al 2022.
“Insieme chiediamo un cambio di passo, siamo di fronte a un problema che cresce e che riporterà quasi sicuramente l’Abruzzo verso un nuovo commissariamento della sanità, con il conseguente e possibile tracollo del sistema. Servono azioni possibili: in primis una idonea e corretta programmazione sanitaria ed economica, con una precisa determinazione delle quote del Fondo sanitario regionale spettanti a ogni ASL, con la determinazione dei tetti di spesa; la creazione di un monitoraggio e controllo di prestazioni richieste e servizi erogati e relativi costi; la creazione di una cabina di regia che non sia un ulteriore onere per la cittadinanza; l’aggiornamento e realizzazione di prontuari terapeutici regionali della spesa farmaceutica; l’immediata e competa trasformazione digitale, perché il processo di digitalizzazione è ancora incompleto; una maggiore attività di prevenzione e promozione della salute sul territorio. Non faremo mancare mai il nostro supporto a un’azione di concreto miglioramento della sanità, siamo pronti a fare la nostra parte a tutela del bene maggiore di cui siamo tutti responsabile: i diritti a una sanità moderna e che funzioni che abbiamo tutti come cittadini abruzzesi”, spiega il comitato.