Crisi idrica, Forum H20: “Ribadiamo il nostro invito rivolto al Presidente Marsilio di esprimersi in termini chiari e netti”

4 Settembre 2024
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La proposta di trasferire fino a 5 mila litri di acqua dall’Abruzzo alla Puglia e lo studio rivelato dal Forum H20 ha riacceso il dibattito

CHIETI – La proposta di trasferire ingenti quantità di acqua dall’Abruzzo alla Puglia ha riacceso il dibattito pubblico, con nuove rivelazioni che gettano luce su un processo avviato già da tempo. Dopo la pubblicazione di uno studio rivelato dal Forum H2O, emergono ora ulteriori dettagli.

Il Forum H2O ha espresso forte preoccupazione per la mancanza di trasparenza da parte delle autorità regionali. “Una situazione in cui centinaia di migliaia di persone hanno l’acqua in casa razionata, incidendo su diritti fondamentali della persona e delle comunità. Hanno il diritto di sapere e la giunta ha il dovere di informali. Bene le dichiarazioni di autorevoli esponenti del Consiglio Regionale, ma la partita è e sarà in mano alla Giunta Regionale almeno per le sue competenze di interlocuzione sia con il Governo sia con la Regione Puglia, oltre che per le varie incombenze amministrative, anche parziali, su autorizzazioni”, fanno sapere in una nota.

Il Forum ha inoltre richiamato l’attenzione sulla natura di questa proposta, che affonda le sue radici nel Piano Industriale del 2020 e in uno studio tecnico del 2023, ma che ha origini ancora più lontane. La proposta risale addirittura al Governo Berlusconi, che nel 2001 la inserì tra le opere strategiche del paese. L’idea generale venne portata avanti in modo discreto, coinvolgendo anche una multinazionale statunitense, prima di essere fermata grazie all’intervento di attivisti e cittadini.

“Non possiamo quindi che ribadire il nostro invito rivolto al Presidente Marsilio di esprimersi ora sulla questione in termini chiari e netti. La giunta regionale dovrebbe manifestare il proprio avviso politico-istituzionale ora affinché non si materializzi tra qualche mese o anno un progetto di scala nazionale, visto che un intervento del genere sarebbe poi assoggettato alla valutazione di impatto ambientale nazionale presso il Ministero dell’Ambiente e non a quella regionale”, spiegano.

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