Lo studio elaborato dal Politecnico di Bari e dall’Università di Chieti commissionata da Acquedotto Pugliese nel 2022
PESCARA – L’Acquedotto Pugliese sta valutando la possibilità di prelevare una quantità significativa di acqua, fino a 5.000 litri al secondo, dalla sorgente Basso Tirino e trasferirla attraverso lunghe condutture fino in Puglia. Il progetto è al centro di una relazione tecnica elaborata dal Politecnico di Bari e dall’Università di Chieti, commissionata da Acquedotto Pugliese nel 2022 per un valore di 100 mila euro.
Secondo quanto emerso nella conferenza stampa del Forum H2O, la relazione descrive in dettaglio l’operazione di captazione e il trasferimento dell’acqua verso la Puglia. Il volume d’acqua che verrebbe prelevato è notevole: si parla di una quantità “una volta e mezza superiore a quella attualmente captata per l’intera Val Pescara, Pescara e Chieti comprese”. Attualmente, la sorgente Basso Tirino si trova nei pressi di Bussi, dove un impianto idroelettrico devia l’acqua per la produzione di energia, prima di farla tornare nel fiume Tirino e successivamente nel Pescara.
Gli studi condotti hanno incluso analisi geologiche, idrogeologiche, geochimiche e isotopiche, utilizzando anche la tecnologia LIDAR per ottenere dati di alta precisione. Le conclusioni della relazione indicano che la sorgente ha un potenziale sfruttamento per uso idropotabile, grazie alla buona qualità dell’acqua e alla posizione della sorgente stessa. La relazione solleva anche preoccupazioni riguardo all’impatto sulla produzione idroelettrica e alla diminuzione della portata dei fiumi Tirino e Pescara. “Essendo posta appena a monte del Sito di Bonifiche, non ci dovrebbero essere criticità da questo punto di vista”, si legge nel comunicato. Lo studio rappresenta la continuazione di un’idea già ventilata in passato, prima nel 2001-2003 con l’ipotesi di “vendita” dell’acqua abruzzese alla Puglia, e successivamente ripresa nel 2020 nel Piano industriale di Acquedotto Pugliese.
“Il Forum H2O chiede in primo luogo al Presidente Marsilio e a tutte le amministrazioni di schierarsi in maniera definitiva su questa ipotesi su cui Acquedotto Pugliese sta lavorando da anni con iniziative molto concrete. Servirebbe anche aggiornare il Piano di Tutela delle Acque della regione per scongiurare definitivamente il ripetersi di queste proposte chiarendo che il sistema idrico abruzzese nei prossimi anni, se non decenni, non può permettersi progetti di questo genere. Il presidente della Regione dovrebbe chiarire che in epoca di crisi climatica, è imperativo risolvere la vergogna e lo scandalo delle perdite delle reti colabrodo con il rifacimento delle stesse in un arco di tempo di dieci anni”, si legge.
Ad agosto, nel bel mezzo della crisi idrica, Marco Marsilio aveva formalmente richiesto al Governo la dichiarazione dello Stato di Emergenza. Attraverso una lettera inviata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, aveva descritto la situazione complessa: “Il territorio della regione Abruzzo è interessato da un lungo periodo di siccità, causato sia dalla eccezionale scarsità di precipitazioni pluviometriche delle ultime stagioni autunnali e invernali, sia dalle temperature rilevate costantemente più alte della media”.