Il sindacalista ha segnalato anche un crollo in Polonia, dove la produzione è stata ridotta a 465 veicoli al giorno
ATESSA – Nicola Manzi, coordinatore della Uilm Abruzzo, ha commentato la grave crisi che sta colpendo lo stabilimento Stellantis di Atessa e il suo indotto, compresa la Marelli di Sulmona. “Se si continua così, di cassa integrazione si muore”, ha detto Manzi, il quale ha segnalato anche un crollo in Polonia, dove la produzione è stata ridotta a 465 veicoli al giorno rispetto ai 640 della ex Sevel, e il lavoro nei weekend è stato sospeso.
Il sindacalista attribuisce parte della colpa allo scontro in corso tra il Governo e Stellantis, sottolineando che i lavoratori italiani ne sono le principali vittime, soprattutto in un contesto in cui il passaggio all’elettrico sta pesantemente penalizzando l’industria nazionale. Manzi insiste sull’urgenza di un piano di emergenza per affrontare la situazione. “Innanzitutto, basta con le polemiche sterili. Inevitabilmente siamo condizionati dalle richieste del mercato, quindi è fondamentale mettere in campo azioni a tutela del lavoro. Ciò che si sta verificando oggi era già noto dal 2019, ma non per una strategia di Stellantis, visto che a volere lo stabilimento gemello di Atessa in Polonia è stata Psa che, all’epoca, aveva decretato che il plant di Atessa fosse arrivato alla sua massima capacità produttiva”, ha detto.
Oggi, la produzione di furgoni commerciali leggeri è suddivisa tra i due stabilimenti, ma la crisi ha portato a un drastico calo dell’occupazione: dei 6.200 dipendenti del passato, Stellantis Atessa impiega attualmente 4.838 lavoratori, oltre a 103 in staff leasing. Tuttavia, l’impatto sull’indotto è ancora più vasto, coinvolgendo circa 15mila lavoratori nella sola Val di Sangro. Manzi individua due priorità fondamentali: chiedere a Stellantis un impegno concreto per salvaguardare i posti di lavoro e rendere competitivo il territorio per sostenere l’indotto. “Governo e Regione Abruzzo devono lavorare per implementare le infrastrutture affinché le aziende di fornitura possano lavorare non solo per il plant Stellantis di Atessa, ma anche per quello polacco e per il Messico”, ha concluso il sindacalista.