Scoperte sul sito del cantiere del gasdotto Snam capanne risalenti all’età del bronzo, datate al 1500 a.C.
SULMONA – Scoperte a Case Pente, sul sito del cantiere del gasdotto Snam capanne risalenti all’età del bronzo, datate precisamente al 1500 a.C., fatte di pali infissi nel terreno e coperte con materiale vegetale misto ad argilla. Il rinvenimento archeologico di grande pregio è stato confermato dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, che a luglio scorso aveva prescritto alla Snam di continuare gli scavi.
Nel frattempo, Snam comunica che, sebbene le operazioni di scavo stiano andando avanti, sono arrivati già i materiali per la costruzione della centrale di compressione del metanodotto che, lo ricordiamo, dovrebbe andare da Sulmona a Minerbio (Bologna), per un totale di 430km.
Forti le richieste giunte alle istituzioni da parte della cittadinanza attiva della cittadina peligna e del mondo ambientalista di tutelare il patrimonio archeologico nazionale emerso e fermare i lavori, affinché non vada distrutto per sempre.
“La Valle Peligna non può accettare di essere schiacciata e vilipesa – fanno sapere i cittadini in una nota – da un potere economico e politico che non conosce limiti, arrivando a sopprimere impunemente la storia e le testimonianze degli antichi popoli che hanno abitato il nostro territorio”.
Già ad aprile scorso la polizia aveva effettuato un blitz sul cantiere Snam di Cese Pente ad opera del procuratore capo della Repubblica di stanza a Sulmona, Luciano D’Angelo, e il dirigente del commissariato di Polizia Stefano Bortone. Ad allertare le forze dell’ordine erano stati ii cittadini stessi, secondo i quali Snam non avrebbe tenuto conto del rinvenimento archeologico emerso al termine degli scavi preliminari dell’opera.