Premio Cairo 2024: l’artista aquilano Davide Serpetti tra i 20 finalisti

5 Luglio 2024
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L’artista aquilano Davide Serpetti è tra i 20 finalisti del Premio Cairo2024. In palio 25mila euro e la fama internazionale

L’AQUILA – Il giovane pittore aquilano Davide Serpetti è tra i 20 artisti finalisti della 23^ edizione del prestigioso Premio Cairo, il concorso per talenti emergenti organizzato dal mensile Arte, del gruppo Cairo Editore, e diretto da Michele Bonuomo. In palio 25mila euro, nonché l’opportunità di lanciare la carriera verso l’affermazione su scala internazionale. L’opera vincitrice, che verrà rivelata solo il 14 ottobre, sarà acquisita dalla Collezione Cairo, per poi essere esposta insieme alle altre concorrenti in una mostra dedicata, dal 15 al 20 ottobre presso il Museo della Permanente di Milano. Nell’attesa di scoprire chi si aggiudicherà l’edizione 2024 del Premio Cairo, Abruzzo Speciale ha raggiunto Davide Serpetti nel suo studio, a L’Aquila. 

“È avvenuto tutto molto velocemente da quando mi hanno contattato, anche perché questo è un premio a cui si può partecipare solo tramite invito – racconta ad Abruzzo Speciale Davide – in queste settimane ho realizzato l’opera, che però deve rimanere segreta. Ho dipinto più di notte che di giorno, adesso sono in fase di ripresa”.

Classe 1990, Davide Serpetti è tra gli artisti italiani meglio quotati al momento sul mercato mondiale. Sebbene sia costantemente in viaggio verso esposizioni, vernissage e residenze artistiche in ogni dove, la sua arte prende forma nel capoluogo abruzzese, vero e proprio nido creativo del giovane artista. 

“L’Aquila rende sostenibile quello che io faccio – spiega ad Abruzzo Speciale Serpetti – Dopo tanti anni di sacrifici e movimenti complicati a livello di logistica, con la pandemia, come molti, sono ritornato nella provincia, per quello che doveva essere un periodo di tempo limitato. Con il passare degli anni mi sono reso conto che stare qui mi permetteva di risparmiare su molte spese e avere più budget da investire sulla mia produzione artistica”.  

E aggiunge: “L’Aquila mi da anche una dimensione meditativa: conoscendo il posto preferisco spesso ritirarmi nel mio studio, che è come una seconda casa, e concentrarmi esclusivamente sul mio lavoro. Questo tipo di concentrazione lo ottieni meglio nella provincia. Nelle grandi città sei portato al presenzialismo, c’è sempre un grande evento dove tu ritieni sia necessaria la tua presenza. Se da un lato questo alimenta la creatività e permette di fare nuove conoscenze, dall’altro è una distrazione. Per come sono fatto io, se guardo troppo al lavoro di altri artisti o vado troppo in giro per mostre, poi mi blocco nella mia produzione pittorica. Devo, per quanto sia possibile, lavorare a contatto con le mie sensazioni con la mia pratica, i mie vecchi lavori, il mio background, il mio habitat: questo ce l’ho nello studio aquilano, ed è una grande fortuna, oltre al vantaggio di non avere più uno studio in condivisione, dopo tanti anni, bensì uno spazio privato. Si può dire che L’Aquila contribuisca a darmi i giusti input per produrre”.

Quanto al Premio Cairo, data l’altissima qualità degli artisti coinvolti è impossibile fare pronostici. Tuttavia, essere stati selezionati è già un riconoscimento in sé.      “Al di là di chi sarà il vincitore, già essere invitato a questo premio attesta che negli ultimi anni ho lavorato bene”, dichiara Davide.

Fondato nel 2000 da Urbano Cairo, con l’obiettivo di sostenere e promuovere i giovani artisti italiani emergenti più talentuosi, a prescindere dal medium espressivo impiegato, il premio consiste in una selezione dei migliori artisti under 40 del panorama italiano. Ideato per intercettare le eccellenze e le tendenze artistiche più avanguardistiche del Bel Paese, più che un contest si tratta di una vera e propria rassegna d’arte, in cui tutte le discipline sono coinvolte, dalla performance al video, passando ovviamente per la pittura.

Tra coloro che si sono aggiudicati il titolo ci sono l’artista concettuale Luca Pignatelli, vincitore della prima edizione, la scultrice Giulia Cenci per il 2022, e la pittrice Giuliana Rosso nel 2023. I lavori vengono di volta in volta valutati da una giuria di esperti, con direttori di musei, critici d’arte e storici dell’arte. Per questa tornata la commissione è composta da Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Luca Massimo Barbero, Mariolina Bassetti, Ilaria Bonacossa, Bruno Corà. Lorenzo Giusti, Gianfranco Maranello, Renata Cristina Mazzantini ed Emilio Isgrò. Per la rosa dei 20 artisti, invece, insieme a Davide Serpetti ci sono anche il figlio del regista e intellettuale Nanni Moretti, ovvero Pietro Moretti, seguito da Thomas Berra, Chiara Calore, Tomaso De Luca, Pietro Fachini, Emilio Gola, Giuseppe Lo Schiavo, Giulia Maiorano, Giulia Mangoni, Matteo Pizzolante, Aronne Pleuteri, Vera Portatadino, Carlo Alberto Rastelli, Marta Ravasi, Arjan Shehaj, Luca Staccioli, Maddalena Tesser, Flaminia Veronesi e Adelisa Selimbašić.

La maggior parte dei creativi nominati dalla redazione di Arte sono pittori, amici di Serpetti e, in alcuni casi, ex compagni di studi.

“A forza di raggrupparci in queste miriadi di mostre di pittura, col tempo siamo diventati amici – confessa ai nostri microfoni Davide – Di tutti questi vari gruppi che ci sono in giro per l’Italia, per quello che mi riguarda, spesso faccio un po’ da tramite, perché sono in buoni rapporti con tutti, forse anche per il fatto che mi sono spostato parecchio negli anni. Con Chiara Calore e Flaminia Veronesi abbiamo esposto per la Galleria Giovanni Bonelli, Tomaso De Luca e Giulia Maiorano sono entrambi ex colleghi della Naba di Milano, anche se abbiamo studiato in anni differenti. Con Aronne Pleuteri ci siamo conosciuti alla mostra in Triennale lo scorso anno, mentre tramite Vera Portatadino abbiamo organizzato delle mostre. Con Maddalena Tesser siamo molto amici, abbiamo partecipato insieme ad un simposio di pittura a Lecce curato da me nel 2019, mentre con Thomas Berra parteciperemo insieme al simposio di pittura previsto per questo luglio a Lecce. Tra tutti quanti, direi che Emilio Gola e Adelisa Selimbašić sono gli artisti emergenti più promettenti al momento”.

Nonostante la chiamata al Premio Cairo 2024 abbia ufficializzato l’ingresso di Davide Serpetti nell’olimpo dei migliori artisti della giovane arte in Italia e all’estero, per il pittore aquilano non ci sono ancora all’orizzonte collaborazioni per L’Aquila Capitale Europea della Cultura 2026.

“Al momento non ho niente da dire al riguardo, nel senso che non mi è stato proposto o non mi sono proposto per nessun progetto – dice ad Abruzzo Speciale Davide – Per una volta mi piacerebbe tornare qui non solo per la produzione delle mie opere, ma anche per la fruizione delle mie opere. Mi piacerebbe finalmente ridare qualcosa indietro al posto che nel bene e nel male ha caratterizzato tutto quello che è venuto poi nella mia vita a livello artistico. Tutto quello che ho fatto negli ultimi anni, che prenda influenze da Hollywood, Milano o dalle residenze artistiche che faccio in Italia, è per quasi almeno la metà dei contenuti derivato dalla città dell’Aquila. Io respiro mensilmente o quotidianamente quello che c’è qui. Poi con un occhio guardo sempre oltre, ma sono figlio di questa terra. Di qualunque tema io voglia parlare, è grazie a L’Aquila se poi tutto quello che faccio prende vita”.

Nel frattempo, sarà possibile ammirare il lavoro di Davide a Tagliacozzo, in occasione della manifestazione Contemporanea24, giunta quest’anno alla sua 40^ edizione. La mostra si terrà presso il Palazzo ducale Orsini-Colonna dal 3 agosto al 10 settembre 2024. 

“La mostra si articolerà in tre sezioni, una dedicata ad artisti internazionali, un focus sui pittori emergenti abruzzesi e poi un contest per giovani artisti – spiega Serpetti – Il progetto è curato da Cesare Biasini Selvaggi, insieme a curatori da Roma, con il benestare del sindaco di Tagliacozzo, Vincenzo Giovagnorio. Ovviamente siete tutti invitati!”

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