Dettagli raccapriccianti dell’efferato delitto commesso da due minorenni del pescarese
PESCARA – “Ciò che emerge è l’assenza di empatia emotiva con un fatto di tale inaudita efferatezza, tale da inveire sul cadavere, recandosi presso lo stabilimento balneare per fare il bagno al mare, senza chiamare soccorsi o denunciare il fatto alle autorità, anzi chiacchierare con macabra ironia sul fatto appena avvenuto” queste lapidarie parole, le scrive la procura di Pescara nelle ore successive all’omicidio di Christopher Thomas Luciani, il 17enne ucciso a coltellate da due suoi coetanei, domenica 23 giugno nel parco “Baden Powell” di Pescara.
Qui non c’è etnia che tenga o condizioni sociali e familiari di degrado. I due presunti assassini, provengono da famiglie per bene, di persone con un lavoro stabile e affermate. Per cui, nasce spontanea la domanda: com’è possibile che sia accaduto? Bisogna fare qualche passo indietro ed estendere la problematica a livello più ampio. Il fenomeno delle baby gang si è allargato a macchia d’olio, specialmente nelle grandi città.
Ragazzini minorenni, starnazzanti, musica trap, gergo criminale, venerazione per il dio denaro, santificazione della droga e dell’uso di droga e la serenità di girare armati con coltelli e qualche pistola di piccolo calibro. No, non è la descrizione di qualche personaggio televisivo di una serie criminale, ma è la nuda e cruda realtà. Nei racconti raccolti dalla procura, ci sono i macabri dettagli dell’assassinio di Luciani. Nella ricostruzione dell’omicidio è emerso che l’uccisione è avvenuta in due distinti momenti. Nel primo atto, uno dei due assassini avrebbe inflitto almeno 15 coltellate lasciando agonizzante e esangue il pover Christopher. Mentre rantolava nella pozza di sangue, i suoi versi di dolore davano fastidio ai due che prima lo hanno minacciato, intimandogli di tacere. Successivamente, per accertarsi della morte, il secondo omicida ha sferrato altre 10 coltellate. Come se non fosse accaduto nulla, poi, il gruppo si è diretto al mare a fare un bagno mentre facevano battute macabre su come era stato ridotto il ragazzo di 17 anni. Sempre secondo quanto ricostruito, durante l’accoltellamento uno dei due assassini avrebbe spento anche una sigaretta sul volto della vittima. Una freddezza, un atteggiamento così spietato che sembra appartenere a persone con un passato criminale di anni e anni e invece, si tratta di minorenni dalla vita agiata.