In attesa della protesta pacifica che Ilaria De Sanctis e Valdo Di Bonaventura hanno annunciato per la giornata di giovedì, l’ex assessore al sociale scrive una lettera aperta contro l’amministrazione
TERAMO – Il rimpasto di giunta ha portato con sé numerosi malcontenti, in modo particolare per quel che riguarda gli ex assessori rimpiazzati, Valdo Di Bonaventura e Ilaria De Sanctis, che hanno annunciato una protesta pacifica per la giornata di giovedì. Nel frattempo però non è riuscita a tacere l’ex assessore al sociale, che decide di scrivere una lettera aperta, sia per «ringraziare tutte le persone che poco più di un anno fa hanno espresso la loro preferenza, scrivendo il mio nome e cognome», sia per raccontare il background di un’amministrazione che ha messo la città al servizio «di carriere personali».
«Per me è stato fonte di orgoglio, ma anche di stimolo, quando il Sindaco, nel comporre la giunta, mi ha consegnato le deleghe al sociale e all’edilizia residenziale pubblica. Due temi a me molto cari, su cui, nonostante la poca attenzione da parte dell’amministrazione e del Sindaco in primis, ho messo tutta me stessa. Poca attenzione si… – scrive la De Sanctis – non basta enunciare principi di massima durante gli incontri istituzionali per dire che questi aspetti sono fondamentali. Non bastano i selfie o i post sui social. Occorre poi mettere in campo le azioni affinché ciò che si dice, poi, diventi realtà».
«Io continuerò a stare dalla parte della nostra Città e dei più deboli e non mi arrendo, anche se al Sindaco non andavo bene! E non andavo bene, già il giorno dopo il risultato elettorale. Che mi avrebbe tolto, lo sapevo già da maggio dello scorso anno, quando il dato elettorale ha sottolineato la differenza tra quelli per cui si è speso personalmente e me, tanto che nel comporre la giunta annunciò, lanciando un messaggio che oggi risuona chiaro, che dopo le regionali avrebbe cambiato ciò che non funzionava. Evidentemente io ero fonte di frustrazione, di invidia e di rancore da parte dei consiglieri a lui più vicini, chi nello scorso mandato è stato assessore o chi l’assessore non l’ha fatto mai».
«A non funzionare evidentemente ero io, perché sono una persona libera e che ho creduto che quello slogan, “NON PADRINI, NON PADRONI”, ripetuto dal Primo Cittadino ovunque e soprattutto durante i consigli comunali all’opposizione, fosse la nostra verità, la nostra forza. Oggi, mio malgrado, la verità è un’altra che non devo neanche svelare perché è sotto gli occhi di tutti. Non mi dilungo e concludo chiedendo scusa a tutti i cittadini. Chiedo scusa se di nuovo la nostra Città è usata per la carriera personale di qualcuno. Chiedo scusa se la nostra Città, anche a causa mia, ha più padrini e più padroni di quanti ne abbia avuto nella storia. Doveva essere una storia differente, come dice qualche consigliere, ma a me sembra una storia già vista», conclude l’ex assessore De Sanctis.