Imprudente: “Sono urgenti ulteriori strategie di gestione delle risorse idriche che siano resilienti e sostenibili”
PESCARA – Agricoltori, ricercatori e ambientalisti avanzano le loro proposte per affrontare l’emergenza siccità in Abruzzo in occasione della Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione.
L’Abruzzo, stando ai dati raccolti in una ricerca dell’Università d’Annunzio, si troverebbe difronte a una grave minaccia ambientale: la siccità starebbe avanzando a passi da gigante, portando con sé il rischio di una desertificazione senza precedenti.
Una delle soluzioni proposte è la creazione di una rete di bacini di accumulo per catturare l’acqua piovana, insieme alla tutela e manutenzione dei fiumi e all’elaborazione di piani regionali e comunali per l’adattamento ai cambiamenti climatici.
La ricerca, condotta dal dottorando Moshin Tariq, dalla ricercatrice Eleonora Aruffo e dal docente Piero Di Carlo, è stata pubblicata sulla rivista scientifica Environmental Challenges. I risultati mostrano un preoccupante aumento delle temperature, una riduzione delle precipitazioni e una diminuzione della portata del fiume Pescara. Gli indici di siccità analizzati prevedono future siccità frequenti, gravi e prolungate, con periodi che potrebbero estendersi fino a 163 mesi.
La Coldiretti, con il supporto di Anbi, propone un progetto per i bacini di accumulo che mira a raccogliere il 50% dell’acqua piovana, riducendo così il prelievo di quella potabile. Attualmente, in Abruzzo si recupera solo l’11% dell’acqua piovana, un dato che evidenzia uno spreco inaccettabile in un’area a elevato rischio di desertificazione.
Il Wwf sottolinea l’importanza di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi e di ridurre le emissioni di gas serra. Filomena Ricci, delegata del Wwf Italia in Abruzzo, insiste sulla necessità di pianificare a livello di bacino idrografico e di rivedere le concessioni idriche in base alle reali disponibilità d’acqua.
Secondo il docente di fisica dell’Università ‘D’Annunzio’, Piero Di Carlo, coautore della ricerca, “bisogna predisporre infrastrutture di stoccaggio delle acque, manutenzione di quelle presenti sia per uso civile che per quello agricolo e idroelettrico, ed infine tutelare ed effettuare la manutenzione dei nostri fiumi che sono una delle risorse a rischio”.
L’assessore regionale al sistema idrico, all’ambiente e all’agricoltura, Emanuele Imprudente, ritiene “urgente” l’adozione di “ulteriori strategie di gestione delle risorse idriche che siano resilienti e sostenibili”. Secondo l’assessore lo studio dell’Università ‘D’Annunzio’ “rende evidente come non sia più procrastinabile un intervento strutturale”. “È imperativo che i decisori politici, le istituzioni locali e regionali, e tutti i soggetti coinvolti – sottolinea – collaborino strettamente per sviluppare piani di azione concreti e mirati a mitigare gli effetti del cambiamento climatico: investire in infrastrutture di gestione delle acque, migliorare l’efficienza dei sistemi di irrigazione, promuovere pratiche agricole sostenibili e incentivare l’uso responsabile delle risorse idriche rappresentano passaggi fondamentali per garantire la resilienza del nostro territorio”.