Frequenti risse e degrado hanno decretato la chiusura per sei giorni del Bar Castello, predisposta dalla Questura dell’Aquila
L’AQUILA – Calma e tranquillità che in passato avevano contraddistinto il centro del capoluogo, appaiono come ricordi ogni giorno sempre più lontani. Tanto che le frequenti risse e il degrado hanno decretato la chiusura per sei giorni del Bar Castello. Il provvedimento, notificato al titolare dell’esercizio dalla Squadra Volante, è stato ordinato dal questore dell’Aquila, Enrico De Simone, ai sensi dell’art. 100 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica sicurezza.
La scorsa settimana, lo ricordiamo, all’interno del locale si è scatenata una rissa e uno dei presenti ha riportato la frattura di una gamba, mentre solo due giorni fa una colluttazione tra due giovani, uno dei quali armati di coltello, è avvenuta proprio nei pressi del bar. Questi due accadimenti hanno messo in allerta le forze dell’ordine e fatto esplodere il dibattito politico.
Già nei mesi scorsi il Pd dell’Aquila si era scagliato contro i numerosi episodi di violenza che nell’ultimo anno hanno interessato soprattutto il centro storico. Secondo i democratici, la scarsità di residenti nel centro, e quindi l’assenza di un ritmo cittadino normale e regolare che, di solito, si instaura naturalmente dovunque si trovi una comunità di lavoratori e studenti che abitano il luogo ogni giorno, è tra le principali cause del degrado. Solo lo scorso marzo, un uomo di 52 anni, Teodoro Ullasci, è stato ucciso nei vicoli del centro per cause ancora da chiarire.
“Privo di presidi sociali e culturali il centro storico sta diventando ‘terra di nessuno’ – sostiene il Pd – nella completa indifferenza di una amministrazione comunale interessata soltanto all’asse centrale e che sta lasciando in stato d’abbandono vicoli, piazze e parchi tutto intorno. Lo ripetiamo da mesi ci si dovrebbe preoccupare di curare gli spazi pubblici, di illuminarli e di restituirgli decoro; al contrario, ampie porzioni di centro storico, nelle ore serali, sono avvolte dal buio, sporche e prive di controllo”.
Secondo il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, il problema è piuttosto costituito dall’immigrazione incontrollata a cui tutta Italia è soggetta.
“Condanniamo fermamente questi episodi – dichiara Biondi – che per la loro ricorrenza, ormai, dimostrano in maniera inequivocabile quali siano i frutti avvelenati della teoria immigrazionista di cui il centrosinistra si è fatto paladino nell’ultimo decennio. Le statistiche parlano chiaro: la maggior parte dei protagonisti di tali vicende di cronaca, infatti, sono stranieri fuori controllo che sono stati attirati in Italia, e in Europa, dalla propaganda dell’accoglienza senza limiti e oggi si ritrovano a fare i conti con una realtà dei fatti molto diversa da com’era stata dipinta e sfogano la loro frustrazione nel rigetto delle comunità che non riescono a integrarli”.
E chiosa: “Per fortuna che, da due anni, c’è un governo che ha invertito la rotta. Decreto flussi e reali opportunità per coloro che vengono qui per lavorare, porte sbarrate per chi pensa di minare la convivenza civile di città, come L’Aquila, che ha elevatissimi standard di sicurezza urbana. Questo grazie al lavoro del prefetto e delle forze dell’ordine che condividono la necessità di contrastare energicamente questi fenomeni”.
Tra i provvedimenti presi dalla Giunta per contrastare l’insorgere di fenomeni disparati di criminalità nel capoluogo, Biondi sottolinea: “Come amministrazione stiamo facendo la nostra parte con il progetto di videosorveglianza che porterà a installare circa 1.000 nuove telecamere su tutto il territorio comunale, le iniziative di sensibilizzazione dei giovani alla legalità, vedi il Premio Borsellino, o ai rischi sull’uso di sostanze alcoliche e stupefacenti con ‘Guida la tua vita’. L’Aquila è una città accogliente, basta ricordare le iniziative sulle marginalità, le nuove povertà e gli ‘invisibili’ ma per chi pensa di imperversare impunemente mettendo a rischio la serenità dei cittadini non ci sarà nessuna tolleranza”.